Stop Homoph Art è una corrente artistica nata nel 2003 nella provincia di Viterbo. Questo movimento si propone di combattere l’omofobia tramite l’arte. Il suo fondatore, Raffaele Ciotola, lotta contro i pregiudizi e l’ignoranza che ogni persona lesbica omosessuale o transgender incontra per affermare la propria identità. Nelle sue opere vengono raffigurati amori tra uomini o donne, percorsi transgender, storie di discriminazioni di violenze o rifiuti. L’opera più importante dell’artista è la Madonna degli omosessuali e viene dedicata alle migliaia di vittime omosessuali uccise durante il nazismo. Tra 1933 e il 1945 le persone processate per la violazione del Paragrafo 175, articolo del codice penale tedesco che reprimeva e combatteva l’omosessualità, furono più di 60.000. Di questi 10.000 vennero internati nei campi di concentramento e gli altri furono condannati a pene detentive.
“La protagonista dell’opera” spiega Ciotola “ è Maria, che non ho voluto ritrarre nella sua valenza religiosa, bensì nella sua figura storica di madre. Ho scelto la Madonna come simbolo di un immenso amore, il solo in grado di accettare, proteggere e sostenere ogni singolo individuo senza riserve o distinzioni. La Madonna infatti in un solo gesto non solo stringe a se Gesù ma al contempo abbraccia l’ umanità intera rappresentata dalla sfera terrestre che tiene in una mano. In particolare poi, il suo sguardo affettuoso è rivolto non solo al figlio ma contemporaneamente anche a quei figli che vivono la condizione omosessuale e che sono rappresentati qui dai simboli gay maschili e femminili che lo stesso Gesù le porge. Come afferma l’artista: “Per me, nessuno più di Lei poteva rappresentare il dolore di tutte quelle famiglie, che persero il loro figli solo perché diversi. È importante che l’arte affronti temi così dolorosi. L’accettazione delle diversità è ancora un tema spinoso e ancora oggi molti uomini e donne non trovano il coraggio di vivere liberamente la propria omosessualità. L’arte, come afferma Picasso, ha il dovere di sensibilizzare e combattere ogni forma di violenza. Non si può rimanere indifferenti difronte all’ignoranza e all’intolleranza verso la comunità omosessuale.
L’opera, insieme ad altre, verrà esposta presto a Viterbo.