L’aria di Avignone gli avrà rinfrescato le idee? Oppure, gliele avrà confuse ancora di più. Ah, saperlo. Fatto è che il primo cittadino viterbese Leonardo Michelini, in missione in terra di Francia mentre all’ombra della Palanzana incombe una verifica di giunta che sembra complicarsi ogni ora di più, ha concesso un’intervista a un quotidiano viterbese nel quale, saraconiamente parlando, afferma che in fin dei conti la giunta marcia spedita e compatta e che – se le cose a palazzo dei Priori non funzionano poi così bene – la responsabilità va ricercata negli uffici. A leggere le parole del primo cittadino insomma, sembra di veder materializzarsi la sora Lella, sempre pronta a scaricare sugli altri tutto ciò che non gira a dovere.
Ma cosa dice, in soldoni, il sindaco-imprenditore viterbese? Testuale: “Direi che i problemi nascono più che dagli assessori, dalla macchina burocratica. Sì, ci potrà pure stare che qualche assessore debba un po’ cambiare ritmo (chi, di grazia? Ndr), ma è evidente che, arrivati a questo punto, c’è una questione da affrontare: l’efficienza degli uffici”. Insomma, la rivoluzione annunciata rischia di trasformarsi in un brodino e può darsi che Michelini, di fronte alle difficoltà provocate dai partiti che compongono la coalizione, abbia deciso di fermare le bocce e di far finta di cambiare le cose proponendo una roteazione che riguardi soltanto i dirigenti. Tutto il contrario di quanto lo stesso aveva dichiarato pochi giorni addietro (anche a Viterbopost) quando aveva ammesso “alcune criticità” riguardanti i responsabili politici e amministrativi di qualche settore strategico (e il flop del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti – tanto per fare un esempio – è sotto gli occhi di tutti).
A rimanere trasecolati ovviamente, non solo gli osservatori più attenti, ma anche vari componenti della maggioranza i quali – magari a bassa voce – manifestano tutto il loro malessere per una situazione che non sembra destinata a cambiare. “Qui non ci si capisce più niente” dicevano ieri mattina alcuni autorevoli esponenti di palazzo dei Priori. “Aspettiamo il suo ritorno dalla Francia così ci spiegherà il senso delle sue parole, ma la situazione si fa sempre più grave”.
Leonardo Micheloni (o Sarachini, fate voi) ha comunque detto nell’intervista che al suo ritorno da Avignone metterà a posto le cose. Come? Se dovessimo dar fede a queste sue ultime affermazioni potremmo dire che prenderà spunto dal regolamento della Real Marina del Regno delle due Sicilie, risalente all’anno 1841, più noto come editto di Franceschiello. Il quale recitava: «All’ordine “facite ammuina” tutti chilli che stanno a prora, vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora; chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta; tutti chilli che stanno abbascio vann’ coppa e chilli che stanno ‘ncoppa vann’ abbascio; chi nun tiene nient’a ffa, s’aremeni a ’cca e a ‘lla».
Chi avesse difficoltà a comprendere il testo si faccia aiutare da qualche amico o conoscente di origine napoletana.