Correva l’anno 2013, addì 15 dicembre. Dieci giorni al Santo Natale. E, per non venire meno a una tradizione ormai consolidata, il parlamentare di casa del Pd Beppe Fioroni – ormai star indiscussa della politica viterbese che conta – riuniva i suoi fans nel solito albergo di San Martino per i tradizionali auguri. Due pasticcini, un goccio di spumante (di quello buono) e un po’ di chiacchiere per fare il punto sulla situazione politico amministrativa nazionale e locale.
C’era ancora il governo Letta e Matteo Renzi aveva appena vinto le primarie che lo avevano consacrato segretario nazionale del Pd, ma l’attenzione del deputato in quell’occasione si soffermò soprattutto su Viterbo, riconquistata appena sei mesi prima – dopo diciott’anni di esilio trascorso tra i banchi dell’opposizione – dal centrosinistra grazie a Leonardo Michelini e alla sua maggioranza, sapientemente contaminata da un bel po’ di centrodestra, che a Viterbo per vincere era indispensabile.
Correva l’anno 2013, addì 15 dicembre. E proprio quel giorno Viterbopost aveva pubblicato un reportage di Andrea Arena per denunciare il degrado in cui versavano le mura civiche. Un vero e proprio immondezzaio.
Beppe Cicciobello Fioroni non si fece sfuggire l’occasione. E nel suo discorsetto augurale per la futura nascita di Gesù Bambino sentenziò: primo, le mura. Spalleggiato da un Leonardo Michelini ancora fresco di fascia tricolore, annunciò che la pulizia e il recupero della cinta muraria di Viterbo sarebbero stati l’inizio dell’attuazione dei grandi progetti per rimettere in movimento Viterbo. “Le mura – disse allora Fioroni – si presentano in tutto il loro splendore da Porta Fiorentina a Porta Fiorita. Occorre avere la capacità di mettere in campo un grande progetto di pulizia e recupero per arrivare almeno fino al mulino Profili. Con costi anche contenuti, realizzeremmo così due chilometri di mura tra le più belle al mondo. Occorre non rimanere imprigionati nella gestione quotidiana – aggiunse rivolto a Michelini e alla sua giunta – e mettere in piedi un progetto che dia la consapevolezza che questa città ha ancora una speranza e una prospettiva per uscire dal baratro e dalle macerie in cui è caduta. Partire dalla cinta muraria – disse ancora il deputato – significa iniziare dal patrimonio storico e culturale per riqualificare la città. Pensiamo a come può diventare Valle Faul prevedendo un parcheggio e un passaggio verso Pianoscarano che valorizzino la bellezza di quella parte di Viterbo”.
Parole sante, quelle del parlamentare. Supportate tra l’altro da quel progetto da un milione e trecentomila euro messo a disposizione dell’assessorato ai Lavori pubblici, grazie ai fondi del ministero dei Beni artistici e culturali.
E’ trascorso praticamente un anno da quell’omelia fioroniana, ma di quell’ormai fantomatico progetto nessuno ha saputo più nulla. Da quel poco che si sa l’assessorato ai Lavori pubblici (ahi, ahi, ahi!!!!) non ha mosso paglia. E il povero Beppe Fioroni, almeno per quelli che non hanno la memoria tanto corta, ci ha rimesso anche un bel pezzo di faccia.
E poi dice che uno ce l’ha con la sora Lella!