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“L’Andosilla non è più autosufficiente”

Daniele Sabatini

Daniele Sabatini

Il grido di dolore dell’ospedale Andosilla. La prospettiva che le misure contenute nel nuovo atto aziendale della Asl siano soltanto i primi passi verso la chiusura della struttura. Le preoccupazioni di un territorio che ha Civita Castellana al centro ma che serve anche parte delle province di Rieti e di Roma. Viterbopost ieri ha raccontato questo scenario, oggi è la volta degli approfondimenti, rivolgendosi ai rappresentanti del territorio. Vale la pena chiedere ad Enrico Panunzi, consigliere del Pd e presidente della sesta commissione, e anche a chi sta in minoranza, quel Daniele Sabatini (Nuovo Centrodestra) che ha già criticato aspramente il nuovo atto aziendale. Inutile dirlo, le posizioni sono agli antipodi come quelle di un carnivoro convinto e quelle di un vegano (scegliete voi chi sia l’uno e chi l’altro).

Sabatini allarga subito il campo di gioco: “Non è soltanto Civita Castellana il problema. Credo che si debba parlare a ragione di una vera e propria questione settentrionale, che coinvolge due province e mezzo: quella di Viterbo, quella di Rieti e la parte nord della provincia di Roma. La cosa è ancora più grave, perché se avesse riguardato soltanto un territorio si sarebbe potuto imputare la colpa alla debolezza politica di quella provincia, e invece no: qui siamo di fronte, siamo vittime, di una volontà politica di privilegiare alcune zone della regione a scapito di altre”.

Enrico Panunzi

Enrico Panunzi

Il consigliere rimanda al famigerato decreto 368 firmato dal commissario straordinario Zingaretti l’origine di questo processo: “Perché ha ridotto i posti letto – spiega – A Civita Castellana siamo passati da cento posti (82 per i degenti acuti, 18 per il day hospital) agli attuali 86 (74 più 12), e questo mi sembra emblematico. I declassamenti di medicina e radiologia, poi, con un ruolo periferico nei confronti di Viterbo, è un accentramento che lascia pensare, una sorta di controllo del territorio che ha pochissime ragioni pratiche. Su radiologia, tra l’altro, sto cercando di veriricare se vi siano altre particolarità anonime”. Ma Sabatini va oltre: “La verità è che l’Andosilla era una delle tre punte di un tridente ospedaliero strategico insieme a Bracciano, al centro, e a Civitavecchia sulla costa: una volta Civita Castellana e Bracciano erano struttute autosufficienti, oggi quell’asse è stato ridotto. E parliamo di un bacino di oltre 150mila persone…”

All’opposto sta il pensiero di Panunzi. Che anzi sottolinea: “Civita Castellana non chiuderà mai, e anzi diventerà un centro fondamentale nella rete ospedaliera provinciale e non solo. L’intervento della Regione anzi ha scongiurato scenari foschi – prosegue l’ex sindaco di Canepina – I posti letto non sono diminuiti, come invece a Roma: ed è la prima volta che accade che la provincia sia privilegiata rispetto alla Capitale. Abbiamo soltanto applicato quello che prevedeva il decreto 80 del 2010 (Polverini presidente, ndr) e che non era mai stato fatto. Si chiama razionalizzazione dei servizi e dell’offerta sanitaria, accorpando dei reparti e ottimizzandone altri, è+ il caso della nuova chirurgia, di radiologia e del laboratorio analisi”.

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