La Camera dei Deputati ha approvato il Jobs Act e il voto è arrivato dopo settimane di discussione tutt’altro che facili.
Ho scelto di votare a favore perché il testo originario, approvato con la fiducia al Senato, è stato cambiato in profondità alla Camera, apportando modifiche e miglioramenti significativi (vedete allegati). Questo risultato è stato conseguito senza mettere un nuovo voto di fiducia e senza comprimere lo spazio della discussione.
Non è la mia riforma ideale del mercato del lavoro ma senza dubbio io sono fra coloro che pensavano e pensano che non potevamo continuare a stare fermi e lo sforzo fatto dalla Commissione Lavoro presieduta da Cesare Damiano ha imposto al Governo più di qualche passo in dietro necessario a migliorare il provvedimento. Naturalmente restano forti le preoccupazioni rispetto ad una situazione di disagio grave che sta attraversando la società italiana ed è forte in me il dissenso verso il modo usato dal Governo per evitare il confronto con le organizzazioni sindacali.
La riforma del mercato del lavoro, soprattutto quando ha l’obiettivo di estendere diritti e tutele a chi non le ha, avrebbe potuto essere l’occasione per una discussione e un confronto ben più profondi, inclusivi e utili per il Paese.
Sono rammaricato per la decisione di diversi parlamentari del Pd di uscire dall’aula o di votare contro, ma è una scelta sofferta che rispetto. E forse, anche per questo, un di più di ascolto e di apertura avrebbe aiutato a compiere un’operazione realmente unitaria. Ma dico con altrettanta chiarezza che per me, nei momenti più delicati e difficili, fermo restando l’affermazione delle mie idee e dei miei punti di vista, vale sempre un principio di lealtà e di responsabilità perché senza di essi non esiste una comunità.
Resto a disposizione per ogni richiesta di chiarimento e per ogni incontro o iniziativa che si riterrà opportuno fare nei territori.