Questa mattina, a partire dalle 8,30, presso l’aula magna dell’Università della Tuscia si terrà il convegno “Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”. L’evento formativo Ecm si pone l’obiettivo di trasmettere conoscenze scientifiche e pragmatiche per prevenire e gestire la discriminazione rispetto al fenomeno della disabilità, sensibilizzando gli operatori, i familiari e la società. Vuole, inoltre, accrescere il rispetto per i diritti e la dignità delle persone disabili, avendo come punto di riferimento irrinunciabile la Convenzione Onu approvata nel 2006, tradotta in italiano dalla professoressa Rita Saulle e recepita dallo Stato italiano nel 2009.
Il convegno è organizzato dal servizio disabile adulto interdistrettuale della Asl e dall’associazione Amici di Galiana, in partenariato con la Sidin (Società italiana per i disturbi del neurosviluppo) e con il patrocinio dell’ateneo viterbese. All’evento, coordinato e moderato da Antonio Panichelli, neuropsichiatra del disabile adulto, interverranno relatori particolarmente qualificati e riconosciuti a livello internazionale per le ricerche più avanzate e la competenza nell’ambito delle problematiche delle persone con disabilità. Tra questi Ciro Ruggerini, psichiatra e presidente della Sidin, Marco Bertelli, presidente della Sezione psichiatria della disabilità intellettiva Organizzazione mondiale di psichiatria, Giampiero Griffo, membro dell’esecutivo mondiale di Disabled people’s international, Fausto Giancaterina, ex direttore dell’unità operativa Disabilità e salute mentale del Comune di Roma e del Giampiero Lapini, direttore sanitario dell’istituto di riabilitazione “Madre della Divina Provvidenza” di Arezzo.
“Abbiamo ritenuto di dedicare un evento formativo alla divulgazione e all’approfondimento dei contenuti della Convenzione – spiega il dirigente del disabile adulto, Gilda Rusch – per ribadire la necessità di un approccio alla disabilità che tenga conto delle diverse sue dimensioni, secondo il modello bio psico sociale promosso dall’Oms”.
Un modello, ormai ampiamente condiviso, a tipo qualità di vita, che non può prescindere dall’inclusione sociale dell’individuo, le risposte educative, riabilitative e sociali devono essere in linea con il profilo della persona. “Ogni persona con disabilità – conclude Rusch – deve essere accompagnata e supportata, tramite un progetto individualizzato a lungo termine a carattere socio educativo e riabilitativo, nell’intero arco di vita, con particolare attenzione all’inclusione sociale. Eppure, nella realtà, ancora oggi assistiamo a gravi discriminazioni e negazioni dei diritti basilari nei confronti delle persone con disabilità. In particolare, per quanto riguarda il nostro modello culturale e legislativo, ampiamente inclusivo rispetto alla disabilità, nell’esperienza quotidiana emergono però ancora numerose criticità che impediscono una piena espressione dei diritti delle persone con disabilità”.