Ieri e oggi e domani, perché nell’atletica, come nella vita, è il tempo il fattore decisivo. Ieri, con Irnerio Condurelli, il professore e il presidente, il pioniere della regina di tutte le discipline sportive, il maestro, il factotum. Oggi, con le ragazze dell’Alto Lazio – Gina, Flavia e Maria – fresche del titolo italiano di marcia, categoria juniores. Domani, con la speranza che il Comune metta a posto il camposcuola il prima possibile e che lì, su quella pista rinnovata e veloce e sicura, possano tornare a sfrecciare e a sbocciare i talenti viterbesi.
Emozioni e farfalle nella pancia, ieri nella sala d’Ercole di Palazzo dei priori, per la consegna del premio Faul allo stesso Condurelli e alle tre fenomene della marcia. Un premio, quello ideato dal consigliere delegato allo Sport Sergio Insogna, che non serve soltanto per far guadagnare qualche minuto alla maggioranza, sempre a caccia di presenze per centrare il numero legale al consiglio comunale che sta per iniziare. No, cattiverie. Questo semmai è un riconoscimento ai grandi viterbesi che, per talento o per tigna, hanno fatto grandi cose, o Pindemonte. E dopo l’Union rugby, il Pianoscarano e ai Facchini di Santa Rosa (che, non avendo più spazio sul caminetto, lo hanno riconsegnato) è toccato proprio all’atletica.
Prima, al professor Condurelli, il pionere di questa disciplina. “Come erano fortunati i tuoi allievi all’istituto Paolo Savi – gli fa il sindaco Michelini, all’epoca alunno del liceo scientifico – Avevano un prof che li coinvolgeva, li stimolava e magari trovava qualche campione”. La lista delle creature di Condurelli è lunghissima, lo stesso consigliere comunale Livio Treta (seduto a fianco) ne fu un esempio, nella specialità del salto in alto. E poi De Parri e tanti altri. Ma Irnerio, che oggi parla con lentenzza, ma con lucidità, aveva anche una dimenzione nazionale, e oltre: “Una volta – confida l’attuale presidente provinciale della Federazione atletica leggera, Sergio Burratti – incontrammo Pietro Menea. Noi ragazzi tutti in adorazione mistica, mentre loro, il prof e il campione, parlarono per una mezz’ora”.
Condurelli ringrazia, emozionato, e ricorda quando negli anni Settanta Massimo Natili lo coinvolse nella gestione del Coni viterbese: “C’era l’atletica, d’accordo, ma mi dovevo occupare anche di tutte le altre discipline…Dalla pallacanestro allo sci. La cosa più bella sono i tanti ragazzi di allora che oggi incontro e mi abbracciano”. Lucciconi agli occhi, per tutti, anche perché Irnerio poi fece il presidente del Comitato olimpico per tre lustri, e si allevò in casa il suo successore Treta. Ma anche l’attuale delegato provinciale (il presidente del Coni, oggi in tempi di spending review, si chiama così), Alessandro Pica, che viterbese non è, comprende la grandezza delle cose e degli uomini che furono.
E mentre il sindaco promette interventi risolutivi per la pista del camposcuola (“I soldi ci sono, la rifacciamo per primavera e magari la inauguriamo con una bella manifestazione per le scuole”), arriva il momento di premiare le frecce di oggi. Flavia Facchinetti, Gina Pascal e Maria Vagnoni, fresche vincitrici del titolo italiano juniores di marcia con i colori dell’Alto Lazio. Giovani, belle e soprattutto convinte, perché la marcia è specialità che annulla automaticamente uscite in discoteca, aperitivi con gli amici e sigarette rubate. Provate voi, a diciott’anni di età, semmai voleste conquistare un titolo tricolore.