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Come far valere i diritti delle persone disabili

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Una maggiore attenzione verso le persone con disabilità, un mondo “più aperto a tutti”. Grande attenzione e massiccia partecipazione nell’aula magna dell’Università della Tuscia in occasione del convegno “Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità” che si è tenuto nei giorni scorsi.

E’ stata un’ ulteriore occasione per puntualizzare i diritti e la dignità delle persone con disabilità, avendo come punto di riferimento irrinunciabile la Convenzione Onu, approvata nel 2006. Il convegno è stato organizzato dal Servizio disabile adulto della Asl di Viterbo diretto da Gilda Rusch e dall’associazione Amici di Galiana, in partenariato con la SIDiN (Società italiana per i disturbi del neurosviluppo), con il patrocinio dell’Università della Tuscia e il sostegno di Multisistem e Banca di Credito Cooperativo di Roma.

In apertura dei lavori sono intervenuti il prefetto Antonella Scolamiero, i rappresentanti dell’università della Tuscia, dell’Asl, e, per il Comune di Viterbo, l’assessore ai Servizi Sociali Fabrizio Fersini. Gli interventi dei relatori, coordinati da Antonio Panichelli, neuropsichiatra del Servizio Disabile Adulto, sono stati seguiti con grande attenzione.

Dagli interventi dei relatori, si è evidenziato che il percorso formativo delle persone con disabilità che dovrebbe, appunto, portare all’autodeterminazione e alla scelta del proprio stile di vita è rallentato e a volte ostacolato dalla’inadeguatezza delle risposte socio-educative e abilitative da parte del contesto famigliare e socio-sanitario.

Proprio per le caratteristiche stesse della disabilità intellettiva queste persone sono già svantaggiate nella possibilità di esprimere i bisogni e di far valere i propri diritti; La loro voce dovrebbe essere amplificata da i diversi componenti della rete che li circonda: care-givers, famiglie, operatori socio-sanitari, ma, come evidenziato magistralmente dai relatori in un excursus storico sulle posizioni assunte nei confronti delle disabilità nel corso del tempo, si è assistito, da sempre, alla messa in atto di risposte del tutto inappropriate, improntate a discriminazione, esclusione, assistenzialismo e ististuzionaliazzazione.

Il congresso si è rivelato un valido strumento di confronto fra tutti i partecipanti, rappresentativi dei vari ruoli della rete socio-sanitaria, confronto che continuerà nell’impegno quotidiano del lavoro di rete nella Provincia di Viterbo, che, mettendo al centro le persona, dovrebbe avere il duplice obiettivo di favorire la realizzazione dei percorsi socio-sanitari individuali e di formulare proposte alternative alle forme di istituzionalizzazione tuttora frequenti (mega istituti massificanti) tramite la trasformazione degli istituti a vantaggio di formule a piccoli nuclei a valenza inclusiva.

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