“Piove sulle tamerici salmastre ed arse/Piove sul tetto del PalaMalè”. Dalla pioggia del pineto dell’immortale Vate Gabriele D’Annunzio alla pioggia dentro al palazzetto dello sport. E’ bastata la prima grande perturbazione autunnale, e le abbondanti precipitazioni, per far riaffiorare in tutta la sua emergenza uno degli annosi problemi dell’impianto sportivo di via Monti Cimini, al Murialdo: la casa del basket viterbese fa acqua da tutte le parti. E ogni anno è sempre peggio.
Ad accorgersi per primi dell’allagamento sono stati, ieri mattina, i dirigenti delle squadre che, dentro il PalaMalè, hanno la loro sede e segreteria insieme tra l’altro agli uffici provinciali della Federazione italiana pallacanestro. Il parquet di legno, costosissimo e obbligatorio per frequentare certi campionati nazionali (la serie B della Ilco Stella Azzurra e la serie A2 femminile della Defensor Ants) era sommerso dall’acqua. Uno strato profondo, longitudinale, e altre pozzanghere sparse qua e là, create dalle gocce che filtravano regolarmente (tipo tortura cinese) dal soffitto. Fuori pioveva, dentro pure.
Immediate le chiamate all’amministrazione comunale e all’ufficio tecnico, per segnalare un’emergenza tutt’altro che improvvisa: da anni le cose stanno così, il tetto è un colabrodo e nonostante gli interventi che di un paio d’anni fa la situazione non è cambiata. Anzi. Le toppe provvisorie messe qua e là – unica misura possibile visto il budget ristretto di Palazzo dei priori – semmai hanno peggiorato le cose. Perché l’acqua continua a filtrare, e scava con la sua forza silenziosa fino a creare altre vie d’uscita. Cade sul parquet, che è di legno, e col tempo lo gonfia fino a spaccarlo. Per la cronaca: un parquet costa centinaia di migliaia di euro. L’unica soluzione sarebbe rifare ex novo un soffitto che è stato costruito all’inizio degli anni Ottanta e che, tra pioggia e neve, ne ha sopportate di tutti i colori.
Un’esigenza, questa, sottolineata più e più volte dalle società che al PalaMalè fanno allenare le loro squadre e soprattutto le loro squadre giovanili e di minibasket: centinaia e centinaia di ragazzi e bambini frequentano questo posto tutti i giorni. Nell’ultima occasione, lo scorso settembre alla presentazione ufficiale della Ilco Stella Azzurra neopromossa in serie B, il sindaco Michelini assicurò “massima attenzione e un intervento per risistemare il palazzetto”. Stiamo ancora aspettando. Anche perché non è solo una questione di basket: qui sono spesso ospiti gli studenti (per tornei, manifestazioni, cerimonie), associazioni benefiche (il galà dell’Unicef), concerti e spettacoli (il 18 dicembre ci sarà il comico Maurizio Battista). E naturalmente oltre alla pioggia dal cielo ci sarebbe anche un’altra piaga biblica: il sistema di riscaldamento, che a memoria di tifoso non ha mai funzionato. E se questo inverno dovesse rispettare le promesse (anzi, le minacce) di rigidità, meglio puntare tutto sull’hockey e cambiare nome dell’impianto in un meno ipocrita “PalaGhiaccio”.
Le società – Ants, Nuova Fortitudo, Stella Azzurra e Pallacanestro Viterbo – sono in ansia. Anche perché giocano al palazzetto in deroga, ancora grazie alle ordinanze provvisorie del sindaco: la convenzione per la gestione, promessa da mesi dopo alcuni scivoloni burocratici, non è stata ancora firmata. E per almeno due di loro (la A2 femminile e la B maschile) essere costrette a rinviare una partita per “impraticabilità del campo”, oltre che essere assurdo, costerebbe una sconfitta a tavolino. Per le altre, comunque, resterebbe la vergogna nei confronti degli avversari. Ieri sera, per esempio, dopo aver asciugato a forza di scopettoni e panni il parquet, ha giocato la formazione under 17 delle Ants. Sul campo c’erano ancora i secchi utilizzati per raccogliere l’acqua piovana. E durante il riscaldamento pre-partita bisognava prestare attenzione alle pozzanghere. Pericoloso per chi fa sport, irrispettoso per la squadra ospite, umiliante per chi guarda.