Sei facce. Cinque giorni. Dodici mesi. Due ideatori. Sessanta eventi. Quindici artisti. Venticinque associazioni. Tre istituzioni. Una banda. E quattro spicci. Sono i numeri (veritieri) che delineano il Cubo festival di Ronciglione. Edizione 2014. La seconda, dopo il battesimo coi fiocchi dello scorso inverno.
“L”idea di fondo è la stessa di 365 giorni addietro – dicono a braccetto Italo Leali e Alessandro Vettori, padri folli dell’esaedro regolare – siamo convinti che la cultura possa essere un volano importante per la nostra città. Una vetrina per i nostri artisti, ma anche un campo di dialogo e confronto con grandi personalità provenienti da tutta Italia. Ogni realtà presente in paese fa il suo. Così si spende poco, si lavora tutti, e si confeziona una cosa piacevole nonché interessantissima”.
Teatro, musica, giornalismo e architettura. Ma anche storia, cinema, poesia e pittura. Medicina, psichiatria, letteratura e ricamo. Sartoria scenica, fotografia, danza, arte di strada. “Si parte il 4 e si tira avanti fino all’8 di dicembre – prosegue il Leali non Fausto, già direttore del Tuscia in jazz – Siamo felicissimi di essere cresciuti nelle date e nei contenuti. Ringraziamo amministrazione e sponsor per il prezioso supporto”.
Qualche nome. Riempiranno il solido platonico, definizione romantica rubata alla gelida matematica, personaggi del calibro di Erri De Luca, Giobbe Covatta e Antonio Polito. Luciano Mariti e Luigi Orso. Agostino Ferrente, Giovanni Piperno e Paolo Bianchini (non il politico). Giammarco Casani, Angelo Olivieri, Massimo Pirone, Marco Brama e Simone Salza. Maurizio Donadoni e Paolo Manganiello. Il deputato Gero Grassi (con i documenti su Aldo Moro). Affiancati da giovani ma promettenti talenti locali: Iezzi e De Marchis, arrivati fino a Cannes con il loro cortometraggio “Last far west”. Lo studente Giammarco Bellucci, premiato da Napolitano con il titolo di “Alfiere del Lavoro”. La videomaker Giulia Selvaggini, il cui video è stato scelto da Salvatores per il suo ultimo film. E questo è solo l’antipasto di una scorpacciata succulenta, da leggere con attenzione ed evidenziatore sul sito internet www.cubofestival.it.
Da rimarcare poi, tra le mille cose rimarcabili, la domenica felliniana e soprattutto il “gratis” apposto dinnanzi ad ogni spettacolo. Si paga per il solo Covatta. E ne vale la pena.
“Ci auguriamo che vengano parecchie persone e che in diversi pernottino, mangino, conoscano e vivano il paese e la zona – chiude il tandem – il primo vociferare sui social dimostra già ora interesse e affluenza copiosa. L’occasione, d’altronde, è ghiotta ed economica”.
E questi il Cubo se lo sono fatti veramente.