“Il mondo mi ha concesso di vivere per 19 anni. Cara mamma, non piangere per ciò che stai sentendo. Il primo giorno in cui alla stazione di polizia una vecchia agente zitella mi ha schiaffeggiato per le mie unghie, ho capito che la bellezza non viene ricercata in quest’epoca. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e della visione e persino la bellezza di una voce dolce. Prima della mia morte voglio qualcosa da te, qualcosa che mi devi dare con tutte le tue forze. In realtà è l’unica cosa che voglio da questo mondo, da questo paese e da te. So che avrai bisogno di tempo per questo. Ti prego non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e dica a tutti la mia richiesta. Mia dolce madre, l’unica che mi è più cara della vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio giovane cuore diventino polvere. Prega perché venga disposto che, non appena sarò stata impiccata il mio cuore, i miei reni, i miei occhi, le ossa e qualunque altra cosa che possa essere trapiantata venga presa dal mio corpo e data a qualcuno che ne ha bisogno, come un dono. Non voglio che il destinatario conosca il mio nome, compratemi un mazzo di fiori, oppure pregate per me. Te lo dico dal profondo del mio cuore che non voglio avere una tomba dove tu andrai a piangere e a soffrire. Non voglio che tu ti vesta di nero per me. Fai di tutto per dimenticare i miei giorni difficili. Dammi al vento perché mi porti via. Accuserò gli ispettori, il giudice e i giudici della Corte Suprema di fronte al tribunale di Dio”.
Questa lettera mi ha toccato profondamente, e nello stesso tempo ha colpito anche un nervo scoperto. Mentre mi auguro che tutto il mondo si possa indignare e mettere a disposizione qualsiasi mezzo per cambiare la situazione delle donne che vivono in questi stati, non posso non guardare a quello che sta accadendo nel nostro stivale, dal tacco alla punta, nella nostra provincia e nella nostra città.
Non si può più tollerare nessuna violenza, alle donne, ai bambini agli anziani.
Ogni giorni i mass media ci sbattono sul viso immagini crude, violente, dolorose. E allora basta con le manifestazioni in piazza, con i convegni fiume, occorre a mio avviso una rivoluzione culturale di tutti. Dico di tutti, perché le donne uccise, quelle vittime di stalking, quelle violentate, i bambini sotto la scure dei pedofili, non sono ne di destra ne di sinistra, ne tantomeno ai genitori o ai parenti delle vittime interessa un colore politico.
Queste leggi attuali che permettono ad uno stolker di uscire dopo un giorno, che prevedono condanne lievissime anche per omicidi, tutti questi soggetti che improvvisamente diventano incapaci di intendere e di volere,devono essere cambiate. O vengono inasprite in modo considerevole, magari dando anche qualche pena esemplare o a mio avviso non hanno motivo di esistere.
E allora una proposta: tutti noi uomini e donne, che stiamo nelle istituzioni a livello provinciale e cittadino, abbiamo sicuramente dei riferimenti in parlamento. Uniamoci, mettiamo in sinergia le nostre idee, le nostre proposte e per una volta facciamo squadra e puntiamo i piedi. Non importa di che colore siano, ma non potranno mai ignorare un grido unanime che porta la firma di tutti.
Io sono pronta e voi?