“Ahi, ahi, ahi, signora Longari” avrebbe detto un redivivo Mike Bongiorno rievocando il suo Rischiatutto degli anni ’60. “Ahi, ahi, ahi, Panorama d’Italia (la kermesse del settimanale mondadoriano in corso in questi giorni a Viterbo)” che la gaffe l’ha fatta grossa, tanto da provocare l’ira di un quartetto quanto mai agguerrito (anche per altri motivi, vedremo poi) composto da Federlazio, Confartigianato, Ascom e Confesercenti, tutte associazioni sonoramente esclude dal convegno, svoltosi nella sala Regia di palazzo dei Priori, dal titolo “Un incontro di eccellenze”.
Le quali organizzazioni, alquanto incazzate, hanno diffuso nel pomeriggio una nota nella quale non le mandano certo a dire. Ma le dicono, eccome.
“Uno spazio significativo – si legge – che gli organizzatori hanno senza dubbio deciso di riservare per mettere in luce e valorizzare il meglio della produzione della Tuscia. Un evento certamente finalizzato a fare il punto sulle principali tematiche dello scenario economico-produttivo della provincia di Viterbo, sulle caratteristiche ed il peso significativo dell’intero tessuto imprenditoriale locale, sulle specializzazioni industriali ed artigianali del territorio, sulla competitività, sulle principali strategie innovative e vincenti. In sostanza: una irripetibile occasione per porre in risalto, valorizzare e comunicare tutto questo al grande pubblico, attraverso la straordinaria vetrina di Panorama d’Italia”.
E fin qui tutto bene. Poi però, viene il bello “Se, da un lato, gran merito va alla struttura ideativa ed organizzativa dell’evento – prosegue la nota dall’altro, decisamente sorprendente, addirittura sbalorditiva, appare la decisione di non coinvolgere nel programma del convegno tutti gli attori dell’economia locale, lasciando esclusi interi settori o significative parti di essi. Tutto questo ha deluso le aspettative, specie in un momento di grande difficoltà come questo, che non risparmia nessuno. Era, forse, da ritenersi “fuori tema” il peso significativo della piccola e media impresa o dell’artigianato, nell’eccellenza produttiva della Tuscia? Non si è avvertito il bisogno di acquisire nel dibattito l’opinione anche dei rappresentanti di queste dimensioni d’impresa? Non si può, forse, parlare di “eccellenze” anche riguardo al turismo, all’ospitalità, al termalismo, all’agroalimentare, al commercio, di questa città e di questa provincia nel suo complesso? Non ci si spiega come sia stato gestito il tutto. Non sappiamo quali siano le ragioni di questa strana esclusione; ne’ a chi sia da ascrivere la mancata presa in considerazione di tutte le altre realtà produttive locali”.
Poi il gran finale: “Non pretendiamo di sostituirci a nessuno, ma una cosa appare certa: la politica, pur coinvolta, ha ancora una volta perso una grande occasione per fare squadra, ed evitare tutta una serie di scelte parziali e riduttive”.
Come si vede, i toni – pur se civili, sono tutt’altro che pacati. E all’osservatore attento non può sfuggire che “i magnifici quattro” autori della nota sono le associazioni che alle recenti elezioni per la Camera di commercio si sono contrapposte, con un duro braccio di ferro, al neo presidente Domenico Merlani. Il quale, nel succitato convegno, ha fatto – in qualità di presidente di Unindustria – la parte del leone insieme ad Augusto Ciarrocchi (presidente della sezione ceramica di Unindustria) e a vari altri industriali dello stesso marchio.
Una coincidenza? Oppure stiamo andando verso una nuova epoca in cui saremo costretti a vedere il (poco gratificante) match Unindustria-resto del mondo?
Avete ragione, ma chi organizza pensa che l’eccellenza sia solo il pomodoretto di vattelappesca dimenticandosi che è tutta la filiera agroalimentare che lo valorizza, non solo un mercatino di quattro azienducole.