Che c’è per pranzo? Un bel piatto di Pietà alla vicentina. Perché la Pietà, una delle due tavole di Sebastiano del Piombo (e certamente la più preziosa) di proprietà della città di Viterbo se ne va. Ma tranquilli, perché poi ritornerà. E se la destinazione è un posto nella più grande esposizione artistica del 2015, be’, potrebbe valerne la pena. Vedi alle voci: “ritorno d’immagine” e “marketing territoriale”. Ma andiamo con ordine.
Intanto, il 23 ottobre riaprirà una parte del museo civico di piazza Crispi, dove la Pietà è l’indiscussa padrona di casa. Quel giorno ci sarà Vittorio Sgarbi, e forse anche il ministro Franceschini. Sarà una festa, a distanza da nove anni dal crollo, e in attesa di riportare all’agibilità anche l’ala più danneggiata da quel disastro (“Contiamo di farlo presto, i costi non sono quelli stratosferici prospettati dalla precedente amministrazione”, dice il sindaco Michelini). Ma a fine autunno la Pietà spiccherà il volo.
Destinazione nord est, Vicenza, dove dal 24 dicembre al 2 giugno 2015 (giorni scelti mica a caso: inaugurazione la vigilia di Natale, chiusura per la festa della Repubblica), nella spettacolosa cornice della Basilica palladiana, si terrà una mostra eccezionale già dal titolo: “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh – La sera e i notturni dagli egizi al Novecento”. Organizzata dai trevigiani di Linea d’ombra, società nata nel 1996 e tra i migliori organizzatori di rassegne artistiche al mondo, con oltre nove milioni di spettatori e 10mila opere ottenute in prestito ad oggi, provenienti da tutto il mondo.
La tavola di Del Piombo si troverà in ottima compagnia tra le sale della Basilica. La mostra, divisa in sei sezioni tematiche (e non per ordine cronologico), porterà nel capoluogo berico 115 eccezionali capolavori: dalla testa di Tutankhamon, il re bambino, a opere di Caravaggio, Tiziano, Tintoretto, Giorgione, El Greco, Poussin (il meglio del Cinquecento e del Seicento). E ancora, i romantici Turner e Friedrich, e i più recenti Munch, Van Gogh, Modrian, Monet, Pissarro, Rembrandt, Gaugin, Cézanne, Klee. Il tutto scandagliando il tema dell’oscurità, del buio e della notte nell’arte. La Pietà – la cui immagine già appare sul sito dell’evento – farà parte della sesta sezione dell’esposizione, quella riassuntiva.
“Ci hanno chiesto in prestito l’opera e abbiamo acconsentito – spiega il sindaco Michelini – visto che stiamo parlando di una mostra con alcune delle opere più importanti al mondo. Un’occasione irripetibile per mettere in mostra uno dei tesori più belli della nostra città, ma non solo questo. Perché abbiamo sottoscritto una sinergia col museo comunale di Vicenza e con la Banca popolare: riceveremo in cambio dalla città veneta alcune opere, che esporremo, sempre per Natale e insieme ad altri pezzi, nella cappella palatina di Palazzo dei priori, per una mostra dal titolo Sacro e profano. L’assessore Delli Iaconi è già al lavoro, e gli stessi vicentini promuoveranno il nostro evento gratuitamente. Questo per noi rappresenta uno scambio virtuoso tra due realtà culturali, con ritorni in termini d’immagine, di turismo e di economia in generale per tutti”. Anche se forse ci sarà da mettere in conto qualche polemica dei soliti conservatori (nell’accezione peggiore del termine).
Sempre per Natale il centro storico rivivrà quel percorso museale già provato – con successo – l’anno scorso con l’esposizione dei due Del Piombo a Palazzo dei priori e della Natività di Stern alla chiesa del Gonfalone. Stavolta, oltre a “Sacro e profano” alla cappella palatina, ci sarà l’esposizione degli affreschi recuperati di palazzo Spreca alla chiesa del Gesù.
In attesa dei prossimi eventi del 2015. Col 20 marzo da segnare in rosso sull’agenda, perché per quel giorno a Palazzo papale è prevista l’inaugurazione della mostra dell’Antiquariato. Un ritorno graditissimo, dopo anni di oblio, di un appuntamento che aveva portato Viterbo di diritto tra le capitali del settore. Della cosa già si parla sul bollettino degli Antiquari, ed è stata stretta anche una collaborazione con Mercanteinfiera, la grande rassegna che si sta svolgendo in questi giorni a Parma.
E ancora, la mostra con le opere di Matteo Giovannetti, che la Soprintendenza di Siena ha acconsentito proprio la scorsa settimana – dopo una visita in Toscana dello stesso Michelini – a dare in prestito a Viterbo, la città natale dell’artista. Un appuntamento per Expo, ma non solo: “La mostra sarà in chiave europea, e coinvolgeremo anche Avignone, città in cui Giovannetti ha lavorato tanto e con la quale stiamo definendo il gemellaggio. Il 18 novembre saremo proprio nella città dei papi francese, invitati dal sindaco per la festa del vino”. Ma come? Viterbo e Avignone non erano già gemellate? A quanto pare no: negli anni Cinquanta c’era stata una delibera unilaterale viterbese, e basta. E per fare un gemellaggio, si sa, bisogna essere in due.