Si è svolta in tutta Italia la 64° edizione della giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Anche a Viterbo ha avuto luogo una manifestazione organizzata dalla sezione cittadina dell’Anmil che ha visto una nutrita partecipazione di associati e di autorità, locali e nazionali.
Sono stata molto onorata dell’invito rivoltomi dall’Anmil. Una manifestazione che ormai dal 1998 viene celebrata sotto l’alto patrocinio del presidente della Repubblica, il quale ha definito in più occasioni quello degli incidenti sul lavoro, spesso mortali, una questione essenziale per la civiltà del mondo della produzione e per la civiltà generale del nostro Paese. Un argomento, quello della sicurezza sul lavoro, che la Costituzione Italiana richiama in vari articoli nei quali sancisce la tutela della persona umana e della sua integrità fisica, nonchè il diritto alla incolumità fisica e quello a un ambiente di lavoro salubre.
Le statistiche parlano di una diminuzione, in un trend decrescente ormai da alcuni anni, del numero degli incidenti sul lavoro mentre viene registrato un aumento consistente delle malattie professionali. Il minur numero di incidenti sul lavoro, che deve essere registrato come un fatto di assoluta positività. Deve però essere considerato alla luce di alcuni fenomeni che hanno riguardato il mondo del lavoro in questi anni di crisi che perdura tutt’ora: quello della diminuzione delle ore lavorate e quello del lavoro sommerso, fattore quest’ultimo che oltre a non garantire gli standard minimi di sicurezza, influisce sul numero delle denunce.
Relativamente alle malattie professionali, paghiamo la scarsa rilevanza che nei decenni precedenti è stata data al tema della prevenzione e della sicurezza. Nonostante le sfide, gli obiettivi e gli strumenti messi in atto sia attraverso la normativa nazionale sia attraverso il nuovo quadro strategico delineato dal programma Europa 2020, è ancora frequente scontrarsi con un atteggiamento che denota una scarsa cultura della prevenzione e della sicurezza sia da parte di taluni datori di lavoro sia, a volte, dei lavoratori stessi. Credo che sia fondamentale sostenere attività quali quella dell’Anmil che agisce nel campo della prevenzione in progetti che coinvolgono varie istituzioni comprese quelle scolastiche, ma anche nella riabilitazione e nel sostegno alle famiglie delle vittime.
Credo che il ruolo della politica in un passaggio così cruciale per il nostro Paese debba essere quello di mantenere alta l’attenzione su queste tematiche, facendosi carico delle istanze dell’associazione, la più impellente delle quali è in questo momento lo scorporo della rendita Inail dal calcolo del reddito personale a fini Isee: la rendita è una prestazione economica di natura risarcitoria riconosciuta a fronte del danno riportato dal lavoratore assicurato a seguito di infortunio o di malattia professionale e come tale deve essere considerata ai fini fiscali. Infine sono convinta che sia importante non lasciare soli le medie, piccole e microimprese di fronte ai molteplici adempimenti che impone la normativa sulla prevenzione e sulla sicurezza, snellendo le procedure dove è possibile senza sacrificare a questo l’incolumità dei lavoratori. Ed è altrettanto importante non lasciare soli i lavoratori, favorendo la acquisizione della loro consapevolezza in tema di prevenzione e sicurezza da un lato e, dall’altra, non indebolendoli nei confronti della parte.