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I Facchini se la prendono con Tofani

facchini (2)Dal direttivo del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa riceviamo e pubblichiamo:

Apprendiamo con piacere che Maria Rita de Alexandris ha auspicato con grande passione l’ingresso di un membro del Sodalizio nella Commissione (o Giuria) che avrà il compito di valutare e decretare il vincitore del concorso di idee per cui stanno lavorando le commissioni. Di questo la ringraziamo di vero cuore.

Apprendiamo, altresì e con lieve disappunto (ma veramente solo ‘na ‘nticchia) che uno sparuto gruppo di consiglieri di maggioranza, capitanati dall’architetto Tofani, sarebbe contrario alla partecipazione del Sodalizio al detto organo preposto a decretare il nuovo modello di Macchina di Santa Rosa.

Premesso che, ultima edizione a parte, il Sodalizio è stato sempre in Commissione e posto che non era quella la sede e quello il momento per decidere tale questione, rileviamo stavolta che, con nostro maggior sconcerto, esistono purtroppo ancora da parte di qualcuno delle riserve mentali nei confronti dei facchini, che definire anacronistiche è un vero e proprio eufemismo.
Ci riferiamo a quanto riportato da alcuni media in merito alle dichiarazione di Tofani, il quale dall’alto della sua magnificenza, da un lato ci invia un’ottriata partecipazione ma dall’altro, con supponenza, dice che siamo inadeguati in quanto incompetenti. Ovvero ci tratta come un branco di illetterati, di ignoranti.

Ignorante è colui, stricto sensu, che non sa, che ignora, e allora Tofani e compagnia bella “ignorano” che tra i facchini sono rappresentati tutti, dal contadino all’architetto, dall’operaio al medico, dal manovale al dottore commercialista, ingegneri, avvocati, commercianti, valenti geometri, imprenditori e una sfilza di laureati in discipline umanistiche scientifiche a non finire, sempre considerando, tuttavia, che un titolo di studio accademico non rappresenta affatto il salvacondotto per l’intelligenza e la cultura, ovvero non da diritto a sentirsi depositario dello scibile umano come altri fanno. Tra i facchini, peraltro, non ci sono distinzioni, una sola divisa e un solo cuore che batte per Santa Rosa e per Viterbo.

E, a proposito di incompetenza, vogliamo fare qualche nome per rinfrescare la memoria a tutti. Giuseppe Zucchi, facchino di Santa Rosa, ideatore di “Volo d’angeli”; Rosario Valeri, facchino di Santa Rosa, ideatore con Maria Antonietta di “Spirale di Fede”; Raffaele Ascenzi, facchino di Santa Rosa, ideatore di “Ali di Luce”; Paolo Moneti, facchino di Santa Rosa, ha concorso nella penultima edizione arrivando terzo con il proprio progetto e ci sarebbe dell’altro.

La partecipazione dei Facchini in tale occasione è stata in passato ed è da considerarsi come espressione della pura “viterbesità”, che appare un elemento imprescindibile all’interno di un organo deputato a scegliere la Macchina che sfilerà per le vie di Viterbo nel lustro a venire, difficile affermare il contrario.
Se poi il Consiglio Comunale, o chi per lui, vorrà estromettere il Sodalizio da questa vicenda, non ci stracceremo le vesti (pardon la divisa); noi non vogliamo stare in paradiso a dispetto dei santi (accostamento improponibile, i veri Santi sono altra storia e Rosina nostra docet). A quel punto però basta pacche sulle spalle, foto di gruppo e strette di mani; ognuno per conto proprio, soprattutto il 3 settembre.

I Facchini sono, saranno sempre e comunque tutti de ‘n sentimento, di altri non si può dire, ahinoi, la stessa cosa…

Il Consiglio Direttivo

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