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Fare rete sui vitigni autoctoni

vini

Si è conclusa con una cena a base di prodotti tipici sardi Volcanic Wines Mogoro 2014, la manifestazione che ha portato in Sardegna i vini vulcanici d’Italia. Sul tavolo del Banco d’Assaggio, accanto ai prodotti tipici degli associati Coldiretti e Cia, i vini del Consorzio di tutela del Soave, del Consorzio di tutela del Gambellara, del Consorzio di tutela Lessini Durello, del Consorzio del Bianco di Pitigliano e Sovana quelli dell’Enoteca Provinciale Tuscia, del Consorzio di tutela di Orvieto e ovviamente i vini della Cantina di Mogoro, della Cantina del Bovale e della cantina Su’Entu.

Una bella varietà di vini da vitigni autoctoni, di sfumature territoriali e olfattive che hanno incuriosito e appassionato il numeroso pubblico intervenuto. Ottima partecipazione anche al dibattito della mattina, moderato con professionalità ed equilibrio da Alessandra Guigoni, dell’Università di Cagliari. Giovanni Ponchia, enologo del Consorzio del Soave e ideatore di Volcanic Wines ha messo in evidenza le potenzialità del format – divenuto quest’anno anche marchio – che dal 2009 ha coinvolto opinion leaders, giornalisti, buyers e bevitori consapevoli nazionali e internazionali nella conoscenza di vini e territori vulcanici.

Il vulcano è un elemento territoriale importante, riconoscibile che legato al vino si trasforma in rintracciabilità e immediatezza nella riconducibilità alle zone di appartenenza. Una forza magmatica che trascina con sé non solo il vino, ma anche il paesaggio, la storia dei luoghi, la cultura facendo scoprire, soprattutto all’estero, piccole zone dalle grandi potenzialità. Importante poi la massiccia presenza di vitigni autoctoni nelle zone vulcaniche. Abbandonata la parola mineralità e il legame più o meno stretto con i vini vulcanici che ha suscitato in tempi recenti una querelle tra enogastronomi e giornalisti, Ponchia ha invece posto l’attenzione sulla particolare longevità di questi vini. Il dibattito ha poi evidenziato l’esigenza da parte degli operatori e degli studiosi del territorio sardo, come il prof. Vacca (Università di Cagliari), il prof. Scanu (Università di Sassari) di poter registrare e disporre di un bagaglio di dati certi e aggiornati sulla distribuzione delle aree vitate su cui poter lavorare ed elaborare strategie economiche e di produzione. La dott.ssa Clelia Tore dell’Agenzia Laore Sardegna ha rilevato la distribuzione di alcuni vitigni particolarmente vocati in zone molto circoscritte come il Semidano che ha fatto della Marmilla, con i suoi suoli da sedimenti vulcanici, il suo luogo d’elezione pressoché esclusivo.

È stato sottolineato da più parti poi l’importanza per la zona, di aderire a un progetto di respiro internazionale come Volcanic Wines e la capacità dimostrata dalle Cantine di Mogoro, Su’Entu di Sanluri e del Bovale di Terralba di collaborare e fare rete che ha permesso, con il contributo dei Comuni di Sardara,di Mogoro e di Morgongiori, ell’agenzia Laore, della Coldiretti Sardegna e Campagna Amica, della Cia, e del GAL Marmilla, di mettere in piedi un’ottima organizzazione e un evento che ha riscosso un indiscusso successo di pubblico e di stampa.

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