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Ecco il Borgiano, la nuova moneta di Nepi

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I borgiani freschi di conio

Scusi, dovrei pagare quella cartata di porchetta. Sono due euro e trenta, signora. Anzi, due euro e trenta borgiani. Grazie.
Ecco, da oggi questa potrebbe essere una scena di vita quotidiana nepesina. E non perché il livello dell’arsenico dentro l’acqua è schizzato alle stelle. Bensì perché l’amministrazione, quella di Nepi chiaramente, ha deciso di introdurre una nuova moneta. Tutta locale. Chiamata, appunto, il Borgiano. Un po’ come in Sardegna ci sta il Sardex. Solo che quello isolano è un valore interattivo. Questo cartaceo. E di esempi simili ne è pieno il mondo. Giacché in ogni pinzo del globo la crisi economica si sente. E quindi occorre organizzarsi.
Ma cos’è effettivamente il Borgiano? Innanzitutto fa parte del circuito Scec. Quello esistente nello Stivale già da un pezzo. Ma diventato più famoso dei colleghi (anche) per via della pubblicizzazione spinta dai grillini. Comunque. “E’ una vera e propria moneta – spiega il consigliere comunale Moraldo Adolini – è un buono che sfrutta al meglio la legge sullo sconto incondizionato. Le piccole e medie imprese, commerciali, artigianali e professionali, possono così monetizzare lo sconto, per poi rispenderlo nel circuito della piccola distribuzione”.
In parole povere, un movimento economico solidale mirato a tenere in vita le bottegucce. E conseguentemente un’arma contro le grandi catene. In sostanza, se ogni attività aderisce all’iniziativa, si paga meno e si fa campare meglio ogni negoziante in difficoltà. Nonché gli acquirenti stessi, che andranno incontro ad un’automatica maggiore capacità di spesa.
A questo punto però spuntano diverse domande. Come si prendono questi borgiani? Quanti tagli ci stanno? Si vincono? “Decideremo stasera in una riunione aperta agli esercenti – prosegue Adolini – il Comune mette a disposizione competenze e uffici preposti. Speriamo però in una risposta positiva da parte di molti. Facciamo un passo alla volta, e possibilmente condiviso. Siamo sicuro che la manovra può portare a margini economici sostanziosi”.
Si dovrebbe comunque partire con un numero di Borgiani pari a cento unità. Che poi equivalgono a cento euro. In banconote diverse, per logica. Rimane da capire ogni quanto verranno emesse, e soprattutto se sono cento a testa o a famiglia. Dettaglio non da poco, perché i nuclei numerosi potrebbero ritrovarsi “milionari” dall’oggi al domani.
C’è poi la curiosità data dal trovarsi prossimamente in fila, magari dal salumiere, con la nonnina davanti che tra euro e borgiani non ci capisce più nulla. “Potevamo regalare cento euro a famiglia – chiude Adolini – ma sarebbe stata una manovra sciocca. Dove sarebbero finiti quei soldi? Col Borgiano invece siamo certi di alimentare solo il nostro mercato. E di aiutare il nepesino a sbarcare il lunario”.
Ché poi storicamente, quando nella novità c’è convenienza, ci si abitua presto.

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1 Commento

  1. Gian Soliani ha detto:

    Questa é vera meritocrazia! Finalmente un sistema che premia comportamenti virtuosi e slanci di solidarietà.

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