Sagra. Termine generico da rileggere in diverse accezioni. Ovverosia. Sagra gastronomica. E qui si va dai tortellini al vino. Passando per le patate, il merluzzo e il cinghiale. Sagra della banalità. Non servono spiegazioni. Sagra delle lamentele. Tutte quelle, in sostanza, e geolocalizzando il concetto in terra di Tuscia, arrivate nelle varie redazioni giornalistiche di qui e almeno quattro mesi addietro. Riguardanti le castagne, prelibatezza locale in crisi nera e mistica. E legate al problema cinipide. Quel bacarozzo con le ali che sta rosicchiando una fetta importante dell’economia rurale montana.
Ecco. In codesto anno solare si son raccolti appena cinquecento quintali di marroni. “Ai tempi d’oro se ne facevano cento-centoventimila quintali”, ricorda sconsolato il presidente dell’associazione castanicoltori Vallecimina, Roberto Colla.
Parallelamente a questo dramma però spunta la chicca che non ti aspetti. Spiattellate per i muri di mezza provincia, pubblicizzate sul web, annunciate con megafono montato su Ape 50, si allargano a macchia d’olio (senza mosca, altro dramma viterbese) e dislocate per mezza provincia, le famosissime sagre della castagne. Quali? Verrebbe da chiedersi. “Inutile negarlo – prosegue Colla – Non ce ne stanno. In passato, quando capitava l’annata storta, ci si rivolgeva ai paesi europei. Ora arrivano addirittura dalla Cina. Proprio come il cinipide. Assurdo”.
In sostanza il pianeta a mandorla prima ci regala la bestiola maledetta, poi la cura. E in duplice veste. “Dall’Oriente infatti viene anche l’antagonista – ancora lui a parlare – un animaletto che con calma risistemerà tutto. Molta calma, però. Non raccontiamoci baggianate. A Cuneo han recuperato l’80 percento del raccolto, ma ci son voluti 9 anni. Qui dopo qualche tentativo fallito, siamo alla seconda tornata. Toccherà di aspettare almeno il 2017, 2018 per i primi risultati”.
E nel frattempo non resta che mangiare le castagne cinesi. Che magari stanno da dio dentro un involtino primavera o di fianco al gelato flitto-in-fletta. Per i prossimi due fine settimana saranno a San Martino (o forse Maltino) al Cimino.
Solo questo weekend invece a Vallerano e a Soriano.
Un consiglio. L’abbinata perfetta è col Maotai. Il liquore più famoso che ci sia. Naturalmente in Cina.