20112024Headline:

Ammortizzatori sociali: nel 2013 più 6,5%

lavoro cassa integrazioneSono oltre 4 milioni e mezzo i cittadini che nel 2013 hanno beneficiato di un ammortizzatore sociale con un aumento del 6,5% rispetto al 2012. Per l’esattezza, 280 mila unità in più. Dalla Cassa Integrazione Guadagni alla Mobilità fino a Indennità di Disoccupazione, ASPI e Mini ASPI. E’ quanto emerge dal III Rapporto del Servizio Politiche del Lavoro della Uil che ha elaborato i dati dei percettori e della spesa degli ammortizzatori sociali dal 2008 al 2012 analizzando i Rendiconti e i Rapporti Inps.

Se si paragonano, invece, i dati del 2013 con quelli del 2008 (ultimo anno senza la piena crisi), l’aumento è stato di 2,4 milioni di persone (+113,6%), in quanto in quell’anno le persone beneficiarie di ammortizzatori sociali furono 2,1 milioni. Quindi un grande numero di persone, circa 1/3 dei lavoratori del settore privato, ogni anno conosce l’esperienza, spesso amara e angosciante, in alcuni casi un sollievo per l’aver evitato comunque il licenziamento, di avere una forma di sostegno al reddito.

Un sistema di protezione sociale che, tra indennità e contributi figurativi, nell’ultimo anno è costato 23,8 miliardi di euro, con un aumento del 5% rispetto al 2012 (1,1 miliardi di euro in più); mentre l’aumento tra il 2013 e il 2008 è del 138,3% (+13,8 miliardi di euro). Il tutto finanziato per 9,1 miliardi di euro con i contributi di lavoratori e aziende e per 14,7 miliardi di euro a carico della fiscalità generale. L’importo medio, tra sussidi e contribuzione figurativa, per ogni beneficiario di ammortizzatori sociali è di 5.191 euro pro capite (4.353 euro per la cassa integrazione, 18.589 euro per la mobilità e 4.768 euro per l’ASPI, Mini ASPI e indennità varie di disoccupazione).

Il Rapporto Uil vuole mettere in luce l’impatto sociale, il costo per le imprese, i lavoratori e, soprattutto, per lo Stato. Ma anche far riflettere su cosa realmente è accaduto e su cosa sta accadendo perché, quando si vuole riformare un sistema di tutele, occorre conoscerne tutte le dinamiche.

Tornando ai dati del Rapporto, nello specifico le persone protette dalla Cassa Integrazione Guadagni, tra ordinaria, straordinaria e deroga, sono state 1,5 milioni (in diminuzione del 3,9% rispetto al 2012); mentre aumentano dello 0,9% le persone in Mobilità, ordinaria e in deroga, (arrivando a 187 mila unità complessive); mentre tra ASPI, Mini ASPI e Indennità di disoccupazione ordinaria, speciale edile ed agricola, i beneficiari sono stati 2,8 milioni con un aumento del 13,6% rispetto al 2012 (+341 mila). Le ripercussioni sui livelli di disoccupazione dell’annunciata riforma degli ammortizzatori sociali sarebbero davvero preoccupanti: una semplice simulazione lo conferma. I dati a disposizione per il 2013 fanno registrare, al momento, una ULA (unità lavorativa annua) pari a 389mila unità coperte dagli ammortizzatori che la riforma vorrebbe superare (mobilità, cassa integrazione straordinaria e in deroga). Se la riforma fosse stata già in vigore, dunque, queste ULA si sarebbero trasformate in nuova disoccupazione: sulla base di alcune nostre stime, si sarebbe passati dall’attuale tasso del 12,2% ad un probabile 13,7%”.

Tornando ai costi per la Cassa Integrazione la spesa è stata di 6,7 miliardi di euro, in aumento del 9,9% rispetto al 2012 (604 milioni di euro); per le Indennità di Mobilità ordinaria e in deroga il costo è stato di 3,5 miliardi di euro, con un aumento del 19,6% sul 2012 (+568 milioni di euro); per ASPI, Mini ASPI e disoccupazione ordinaria, speciale edile e agricola, il costo è stato di 13,6 miliardi di euro in leggera diminuzione rispetto al 2012 (-0,3%).

Il capitolo degli ammortizzatori in deroga, finanziati completamente dalla fiscalità generale, nel 2013, è stato, tra cassa integrazione in deroga e mobilità in deroga, di 2 miliardi di euro.
Infine, per quanto concerne le entrate da contributi da parte dei lavoratori e aziende, si registra un aumento rispetto al 2012 del 14,3% (+591 milioni di euro). Aumento che è dovuto essenzialmente all’introduzione nella “Legge Fornero” del contributo addizionale dell’1,4% per le assunzioni con contratti a tempo determinato e al “Ticket licenziamenti”. Infatti, queste due voci valgono 526 milioni di euro (250 milioni l’addizionale e 276 milioni di euro il ticket).

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