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Acqua, ecco l’asse dei presidenti

Marcello Meroi

Marcello Meroi

Mentre quei sindaci – pure presenti in sala e che ormai avranno letto i giornali – fanno gli gnorri, è il presidente della Provincia Marcello Meroi a raccogliere l’affondo del presidente della Regione Zingaretti e a rilanciarlo. Per chi non l’avesse capito parliamo di acqua, anzi di gestione del sistema idrico, che nella Tuscia è diventato un caso di scuola. Vedi alla voce “fallimento”.

Sabato, dal pulpito della Sala regia di Palazzo dei priori (strapiena di sindaci e amministratori locali) era stato proprio Zingaretti a picchiare duro: “Accenderemo i dearsenificatori nei tempi previsti – aveva detto il fratello impegnato in politica del commissario Montalbano – ma poi è arrivato il momento di metterci a tavolino per affrontare una volta per tutti quel problema immenso del sistema idrico nella Tuscia. E per farlo i sindaci debbono risolvere quei protagonismi e quelle antipatie che per anni hanno agevolato il disastro. Altrimenti deciderò io”.

Ora da via Saffi arriva la versione di Meroi. Il quale, nonostante la teorica distanza politica da Nicola (uno rosso e l’altro nero) sta interpretando l’ultimo scorcio della sua presidenza a via Saffi con spirito di servizio bi-partisan. Ecco perché le sue parole profumano di miele: “Condivido totalmente l’analisi fatta dal governatore del Lazio, anche perché si tratta della stessa posizione che, in veste di presidente dell’Ato 1 Lazio Nord, ho sempre coerentemente ribadito sin dal giorno del mio insediamento”.

“Non entro nel merito di chi dovrà o meno farsi carico della gestione del servizio idrico in ambito regionale – dice il presidente – anche se Zingaretti ha fatto capire che il soggetto più accreditato sarebbe Acea. Ma non è un problema di nomi, bensì di metodo. E’ sotto gli occhi di tutti il fallimento degli Ato territoriali, ad iniziare dal nostro che è sempre stato debole strutturalmente ed economicamente. Che l’attuale sia stata una scelta sbagliata ormai credo sia assodato oltre ogni ragionevole dubbio. Ad oltre dieci anni dalla costituzione del sistema non si è stati ancora capaci di superare la frammentazione gestionale, dando vita ad un estenuante e poco costruttivo braccio di ferro con la maggioranza dei sindaci”.

Stefano Bonori

Stefano Bonori

“Fa piacere – conclude Meroi – ascoltare da parte del presidente Zingaretti la concreta volontà di lavorare in questa direzione, dopo aver certificato con onestà e chiarezza il fallimento di una società ormai datata. L’auspicio è che dalle parole si passi presto ai fatti e che l’Ato regionale diventi finalmente realtà”.

Ma le dichiarazioni di Zingaretti non sono piaciute al presidente della Talete Stefano Bonori. Che di fronte all’eventualità dell’arrivo dei privati difende la sua società: “Non ho nessuna intenzione di svendere Talete – dice l’ex sindaco di Bomarzo – il suo patrimonio tecnico e umano. E resto convinto che la strada giusta sia quella del risanamento e del rilancio. Idea presenterò all’assemblea degli azionisti entro novembre”. Già, ma il passato insegna, e tante operazioni del genere già tentate hanno sortito un unico effetto: quello do prolungare l’agonia di Talete. Allora, o Bonori ha in tasca qualche ricetta miracolosa per resuscitare il moribondo, oppure vuoi vedere che dietro a questa uscita c’è qualcosa di meno liquido e più “politico”?

 

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