17112024Headline:

A Civita Castellana il teatro col baratto

Elena Guerrini

Elena Guerrini

Un tempo lo faceva anche Rivera. Il comico, Andrea. E non il calciatore Gianni. Un tempo, però. Così racconta chi ebbe la fortuna di ingaggiarlo prima che la patrona Serena Dandini lo rendesse citofonicamente televisivo, a “Parla con me”. E quindi prima che il suo concetto di comunismo applicato si tramutasse in capitalismo discretamente esoso. Ora invece a sbarcare il lunario attraverso la basilare formula del baratto è la poliedrica Elena Guerrini. Nella speranza che anche lei non finisca tra le grinfie (dai riflessi poco economici) di Rai Tre.

L’attrice gira l’Italia (dove la chiamano), proponendo lo spettacolo Orti insorti. A tariffa zero. Lei va. E il pubblico al posto del biglietto sborsa quanto di buono la natura produce. Così sarà anche stasera, a Civita Castellana. All’interno del festival Storie di lavoro. Messo in piedi da una squadretta capitanata dall’officina culturale Distretto creativo. Col supporto materiale e logistico della Regione Lazio (assessorato alla Cultura) e dell’amministrazione locale. Più Arci Percorsi e CiviTonica. Direzione affidata a Ferdinando Vaselli e curata da 20Chiavi teatro.

Ma veniamo allo show. Ore 21 in punto. “Trattasi di una performance ecologico-civile – dicono gli organizzatori – che sa di terra e di pane, parla di rivoluzioni e campi di grano. La protagonista veste i panni di cantastorie del terzo millennio. Dando spazio alla memoria, ai proverbi, alle barzellette e alle ricette della nonna. Rievoca la vita dei mezzadri, urla, canta e incanta”.

E come nasce un progetto dal sapore così retrò? “La Guerrini ha girato per un anno nei poderi della Maremma – proseguono – scambiando questa storia con cibo, vino, olio, formaggi. Tra musica popolare e canzoni pop parla della natura che fu. Di locale e globale. Della scomparsa delle api. Dei semi degli ortolani e di quelli delle multinazionali. Dei nani da giardino e delle strade bianche. Ne esce un’autentica riscoperta, un’avanguardia rurale, declinazione pratica della tanto teorizzata decrescita felice”.

E ciò si evince anche dai maestri citati o toccati durante il tragitto. Vandana Shiva, Masanobu Fukuok (teorico della coltura della non azione), Nonno Pompilio (contadino classe 1904), Libereso Guglielmi, il “giardiniere di Calvino” e personaggio de Il barone rampante.

Il tutto si svolge all’interno dell’agriturismo Casa Ciotti. Seguirà una degustazione di prodotti tipici. Ed è bene prenotare ( 393.9211339) perché lo spazio si riempie presto.

Buono spettacolo e buon baratto.

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