17112024Headline:

Nessun rispetto per la disabile

Il pronto soccorso di Belcolle

Il pronto soccorso di Belcolle

Un caso limite. Di maleducazione e di inciviltà, in una mattina di sole (quella di ieri) nella rinnovata via Genova. Ce lo segnala una nostra lettrice, figlia della signora sordomuta – e dunque invalida al cento per cento – vittima di questa vicenda assurda. Che senza fare del moralismo spicciolo dovrebbe far riflettere pure su come si sia ridotta, a livello di sensibilità, anche la “tranquilla” e “civile” (virgolette d’obbligo) Viterbo.
Racconta la figlia: “Ieri mattina mia madre si trovava in via Genova, a piedi, nel parcheggio. Ad un certo punto si è trovata addosso un’auto, che evidentemente cercava di parcheggiare. Lei, essendo sordomuta, non si era accorta dell’avvicinarsi della macchina, cionostante il conducente ha continuato ad avvicinarsi, fino a colpirla, e spingerla, come se volesse allontanarla di forza dal posteggio. Un comportamento assurdo, e pericoloso, oltre che incivile. Come se non bastasse, l’automobilista è uscito dall’abitacolo e ha iniziato a prendere a male parole mia madre: frasi irripetibili, che comunque sono state colte anche da diversi testimoni in zona. La fortuna, se così si può chiamare, è che mia madre mi stata contattando via sms, e che io l’ho raggiunta immediatamente, in tempo per calmarla, visto che stava sentendosi male per lo choc e il dolore fisico dato dal ‘tamponamento’ dell’auto, e per avvertire gli agenti di polizia locale. Il signore, se così lo possiamo definire, prima ha provato a rimescolare le acque, e poi, dopo che si era accorto delle condizioni di disabilità di mia madre, ha chiesto scusa”. Ma era troppo tardi: al pronto soccorso di Belcolle, la signora è stata refertata con sette giorni di prognosi per le contusioni alle ginocchia, ma sono escluse fratture. E il danno psicologico non ci può certo quantificare. Perciò la figlia ha proceduto anche con una una denuncia in questura nei confronto dell’automobilista.
La storia finisce qui, insieme agli auguri di pronta guarigione alla signora e una constatazione: nonostante il grande lavoro delle associazioni, dei volontari, dello stesso consigliere comunale delegato Marco Ciorba, c’è ancora molto da fare per educare certi viterbesi al rispetto e alla civile convivenza. Con l’auto, ma anche a piedi.

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