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Tutti vogliono disegnare la nuova Macchina

Bozzetti dell'800

Bozzetti dell’800

Santa Rosa non finisce mai. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista. Di certo, l’annuncio che ha fatto ieri il sindaco (“Per una nuova Macchina bisogna attivarsi subito, entro settembre”) contribuisce non poco ad alimentare il clima festaiolo in questa città che s’aggrappa alla sua santa bambina per cercare sbocchi nel turismo, nell’economia, nel panorama culturale (inter)nazionale. Quel panorama sempre anelato ma mai realmente conquistato.
Fino ad oggi. Quando il proclama di Michelini ha riacceso le ambizioni (che spesso sono velleità) dei progettisti del modello che, dall’anno prossimo, prenderà il posto di Fiore del Cielo, sei Trasporti alle spalle nonostante non sia stata la Macchina più amata dai viterbesi (eufemismo). Anche perché la Macchina che verrà sarà quella che rappresenterà il Lazio all’Expo di Milano. E allora, prima di definirci tutti progettisti, vale la pena premettere alcuni paletti.
Primo: il concorso d’idee sarà immediato, perché il progetto definitivo del campanile che cammina dovrà arrivare entro febbraio (Fiore del cielo fu approvata il 2 febbraio, ha ricordato il presidente del Sodalizio dei facchini, Massimo Mecarini), per lasciare il margine necessario alle operazioni di costruzione.
Secondo: la Macchina non sarà scelta da tutti i viterbesi adulti e consenzienti, come prescriverebbe un suffragio universale utile sì per altre pratiche democratiche, ma laborioso e costoso per una circostanza come questa. “Organizzare una votazione, un referendum, tra la popolazione ci verrebbe a costare troppo. E internet non fornisce le stesse garanzie di partecipazione di un voto vecchio stampo”, ha tranciato l’assesssore alla Cultura Delli Iaconi. Dunque: fiducia ancora alla vecchia commissione giudicante, composta da professionisti come è giusto che sia (d’altronde: fareste mai progettare la nuova Macchina al vostro zio alcolizzato?), magari con il ritorno di un rappresentante dei facchini, che può aggiungere cuore e tradizione.
Terzo paletto, anzi auspicio: “Che la Macchina possa di nuovo essere costruita da manodopera e professionisti viterbesi – lo ha detto lo stesso sindaco – perché credo che questo territorio abbia tutte le potenzialità per farlo”. Sarebbe una bella dimostrazione di made in Tuscia, non c’è che dire.
Quarta e ultima discriminante: i quattrini. Perché non è affatto vero che i soldi per costruire la nuova Macchina siano già a disposizione del Comune. Michelini rettifica così gli annunci delle scorse settimane, forse fatti per galvanizzare il popolo bue: “Abbiamo i fondi per il concorso di idee – ha detto il sindaco – ma per la costruzione speriamo di contare sull’aiuto della Regione, che già informalmente lo ha garantito, oltre magari ad una parte del Bilancio comunale, per esempio quello che scaturirà dalla tassa di soggiorno”. Come dire: i turisti potrebbero finanziare una parte della Macchina, e speriamo come in futuro siano numerosi.
Ciò detto, vale la pena registrare come di aspiranti successori ad Arturo Vittori (l’ultimo, algido, progettista della Macchina, troppo internazionale – anche se viene da Bomarzo – per aver conquistato i viterbesi con la sua creazione) non manchino. A quanto risulta a Viterbopost, sarebbero decine colore che ambiscono a firmare il progetto della prossima torre. Da quelli dilettanti, facchini, ex facchini, fotografi, negogianti e umanità varia, fino ai professionisti, architetti e ingegneri stanchi di disegnare palazzi e centri commerciali e intenzionati ad entrare nella storia della città dalla porta principale. Alla schiera – già foltissima anche se dormiente dopo che, un anno fa, Fiore del Cielo era stata prorogata per un anno – si è aggiunto anche Gianni Quaranta. Come chi? Lo scenografo già premio Oscar nel 1986 per Camera con vista, attuale assesore alla Cultura del Comune di Spoleto e ospite in Comune proprio in occasione dell’ultimo Trasporto. “Ha manifestato la sua intenzione di provare a disegnare la prossima Macchina”, ha rivelato Delli Iaconi. E allora in bocca al lupo a Quaranta, si metta in fila (lunghissima) e magari non sarebbe male ricordare che anche un certo Franco Zeffirelli, qualche anno fa, voleva provarci. Salvo ripensarci quando non ebbe certezza della vittoria. Perché per fare una Macchina memorabile non basta solo il genio e la mano: ci vuole pure er core.

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