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Soriano, il sindaco sfugge all’opposizione

Soriano_nel_cimino_1In qualità di consiglieri d’opposizione crediamo che per ogni cittadino il presupposto di democrazia rappresentativa sia quello di potersi riconoscere in chi li governa; e ciò vale maggiormente a livello comunale, nel rapporto tra il sindaco e il cittadino, per cui ogni atto che provochi una offesa o che limiti tale presupposto, finisce per determinare una lesione insanabile tra l’istituzione e la cittadinanza, costringendo perfino consiglieri comunali a rinunciare al proprio ruolo, che è quello di svolgere il mandato che i cittadini hanno loro conferito.

Questo è esattamente quello che è accaduto nel nostro paese il giorno 10 settembre scorso, allorché il sindaco Menicacci ha firmato la lettera di risposta inviata a tutti i consiglieri di opposizione, nella quale ha negato, con motivazioni tanto formali quanto discutibili, la convocazione del consiglio comunale che era stata richiesta per un confronto sulle procedure per l’affidamento dei servizi culturali e turistici a Cooperative sociali di tipo “B”, invitandoli a rivolgersi, ove avessero avuto contestazioni da addurre, ai competenti organi amministrativi e giudiziari.

Allo stato, siccome non intendiamo certo rinunciare al nostro ruolo politico di consiglieri, riteniamo doveroso non solo esprimere il nostro dissenso su tutto l’operato del Sindaco e della sua maggioranza, ma anche chiarire pubblicamente i termini della questione, non avendolo potuto fare in sede di consiglio comunale come avevamo richiesto.

Con due delibere, rispettivamente la numero 168 del mese di luglio e la 244 del mese di ottobre del 2013, cui hanno fatto seguito gli atti di convenzione, la maggioranza ha affidato, in via diretta, alla cooperativa sociale “Il Camaleonte”, nella persona del presidente pro-tempore Fabrizio Allegrini – già portavoce del Movimento Soriano Novo, espressione politica del sindaco Menicacci che lo ha fondato – la gestione dei molteplici servizi turistici e culturali all’interno del castello Orsini e delle Scuderie di Palazzo Chigi Albani, più precisamente dell’intero “Polo Turistico Culturale Municipale”, quest’ultimo per un importo complessivo annuo di €. 43 mila circa.

Questo affidamento è stato espressamente deliberato in favore di detta cooperativa sul dichiarato presupposto che la stessa fosse una cooperativa sociale di tipo “B” (cioè finalizzata all’inserimento di persone svantaggiate) e quindi in deroga alle normali procedure di legge previste dal Codice dei contratti.

Per legge, infatti, le cooperative sociali di tipo B, devono avere in organico almeno il 30 per cento dei lavoratori costituito da persone svantaggiate, e soprattutto devono essere iscritte nell’apposito Albo regionale che ne certifica il possesso dei relativi requisiti.

L’iscrizione all’albo regionale, è condizione necessaria per la stipula delle convenzioni, tant’è che è obbligo della Regione Lazio rendere noti annualmente, attraverso la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, i requisiti richiesti per la stipula delle convenzioni, nonché le liste regionali degli organismi che ne abbiano dimostrato il possesso alle competenti autorità regionali.

Alla data della delibera della Giunta comunale n. 168 del 2013 ed a quella della firma della relativa convenzione – e comunque anche alla data dei successivi atti – la cooperativa sociale “Il Camaleonte” di Soriano nel Cimino non era iscritta nell’Albo regionale delle Cooperative sociali di tipo “B”, avendo presentato la prescritta domanda solo in data 2 maggio 2014, avendo così ottenuto i requisiti solo con decorrenza dal primo luglio scorso.

E’ evidente che tale situazione, una volta confermata, renderebbe illegittimi fin dall’origine tutti gli atti posti in essere dalla maggioranza Menicacci, vanamente chiamata a rendere conto pubblicamente, in sede di consiglio comunale, del proprio operato e delle eventuali conseguenti responsabilità politiche, che allo stato non possono che essere ricondotte direttamente al sindaco Menicacci, il quale dovrà pur spiegare alla cittadinanza le ragioni che l’hanno indotto, nel rispetto del principio di non discriminazione, alla scelta di una cooperativa piuttosto che un’altra.

Pur in presenza di fatti di così rilevante gravità, non è nostra abitudine politica valutare pubblicamente o entrare nel merito di altre forme di responsabilità oltre quella specifica, sempre di natura politica, che invece riteniamo di addebitare direttamente in capo al sindaco Menicacci, al quale chiediamo, come consiglieri comunali di revocare le suddette delibere di affidamento che riguardano il Castello Orsini e del Polo Turistico Culturale Municipale, l’opposizione consigliare chiede inoltre le dimissioni del sindaco Menicacci per i fatti sopra esposti.
E’ ovvio che difronte ad un inerzia dell’amministrazione, a nostro avviso protratta oltre ogni limite, ci vedremo costretti a portare a conoscenza dei fatti sia la magistratura ordinaria che quella contabile per una loro conseguente valutazione.

 

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