Santa Rosa e quel deserto di via Marconi

La conferenza stampa in Comune

Loro ce l’hanno messa tutta. Loro l’hanno portata giù, lungo quella fettuccia che per la prima volta si è meritata – sul campo – il pomposo appellativo di boulevard. Loro, i facchini, hanno faticato, e rischiato pure qualche infortunio. Ma in pochi hanno potuto apprezzare questo spettacolo dal vivo. Dopo cinque giorni di polemiche per la mancata diretta televisiva, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa 2014 scopre un altro tipo di oscurantismo. Magari meno tecnologico, ma altrettanto clamoroso: il buco nero di via Marconi.
Conferenza stampa in Comune sul bilancio finale della festa, il presidente del sodalizio Massimo Mecarini: “Il tratto inedito, che era stato percorso soltanto nel 1952, è stato un successo dal punto di vista tecnico, con tempi di percorrenza da record, e lo sforzo encomiabile di tutti i nostri ragazzi, dal primo all’ultimo, dalle guide ai medici, allo strepitoso capofacchino. Ma c’è da aggiungere che su via Marconi non c’era moltissima gente, mentre via Matteotti e il Sacrario, al contrario, erano strapiene. Perché? Che i varchi siano stati chiusi troppo presto? Di certo ci vorrebbe maggiore elasticità per far godere di questo spettacolo da più punti, anche in futuro, per attrarre persone nell’ottica di visibilità che può avere la Macchina dopo il riconoscimento Unesco”.
Il “piccolo cruccio” – come lo ha definito lui – sottolineato con rispetto da Mecarini è raccolto al volo dal capofacchino Sandro Rossi, colui che ha condotto la centuria bianca in questo prolungamento del Trasporto, sì suggestivo ma visto da pochi: “Avevamo preparato il passaggio da via Marconi per mesi, con sopralluoghi nutturni, quasi carbonari, consulti con i facchini più anziani, valutazioni tecniche e fisiche. E’ andato tutto benissimo, e questo alla faccia di quelli che avevano pronosticato chissà quali sciagure, ma non nego che, arrivati dal Corso a piazza del Teatro, ho pensato di andare direttamente a Santa Rosa, di lasciare perdere con via Marconi. Perché? Perché portare la Macchina senza gente intorno è non ha senso. E non si tratta di esibizionismo da facchini, attenzione. E’ la folla che trasporta la Macchina: senza pubblico non varrebbe la pena arrivare neanche a piazza Fontana Grande. Tutti i facchini hanno notato che a via Marcono c’erano pochissimi spettatori, rischiavamo sul serio che il gruppo si scoraggiasse nella parte più dura, e sconisciuta, del tragitto. Ho dovuto parlare con i membri più anziani, e chiedere loro di rincuorare quei ragazzi delusi. Per fortuna, è andato tutto liscio. Ma se fosse per me, non ripeterei più questa esperienza”.
Accuse durissime, pronunciate tra l’altro in circostanze ufficiali e dai massimi rappresentanti dell’universo santarosiano. I destinatari? Non accennati, ma intuibili: magari proprio gli autori di quel piano di sicurezza che quest’anno – complice anche la mancanza di riferimenti – forse hanno esagerato con le restrizioni. Col risultati di aver precluso a molti viterbesi e turisti di ammirare la Macchina laddove non transitava da 62 anni. Il sindaco Michelini ha provato ad ammorbidire la versione, ma in fondo neanche tanto: “Come sindaco mi preoccupo che il Trasporto si svolga senza pericolo. In questo, l’aiuto del Sodalizio, con la sua esperienza, professionalità e capacità organizzativa, è fondamentale. Via Marconi? Sì, ci sono stati diversi tappi, magari obbligati per ragioni di sicurezza. Certe situazioni andavano valutate meglio: via Matteotti era strapiena, il boulevard vuoto. Lo dico anche per il futuro, per chi si troverà a organizzare il Trasporto nei prossimi anni: i tappi vanno fatti quando servono”.
Di certo, l’anno prossimo la deviazione per via Marconi non ci sarà: “Troppi rischi, per la nuova Macchina”, sostengono a ragione Mecarini e Rossi.