“Sallupara? Un progetto stupendo. E non lo dico perché l’avventura nacque quando io ero sindaco, ma perché potrebbe veramente far fare il salto di qualità a Viterbo. Ma c’è un problema: il tempo sta per scadere. Il prossimo 14 ottobre scade il protocollo, firmato tre anni fa, secondo il quale la Carivit dovrebbe mettere a disposizione un milione di euro per la realizzazione dell’opera. E se l’accordo scade, bisogna vedere se poi sarà rinnovato. Ergo, se il sindaco Michelini non si sveglia, non si dà una mossa – come si dice a Viterbo – rischiamo di fare la fine del cerasaro. Chiaro no?”
E’ un Giulio Marini agguerrito quello che parla col cronista, dopo aver letto – su Viterbopost – l’articolo riguardante il progetto di recupero delle storiche scuderie progettate dal Bramante e distrutte completamente durante il secondo conflitto mondiale. “Quando l’ho letto – dice – ho avuto un sussulto, perché la questione rischiava di finire nel dimenticatoio. Anche se nel luglio scorso mi ero preoccupato di chiedere informazioni sull’iter e avevo ricevuto ampie assicurazioni. Ma adesso siamo a metà settembre, Santa Rosa è passata da un bel po’ di giorni e a ottobre scade l’accordo stilato tra Comune, Fondazione Carivit e banca Carivit. Michelini, che vogliamo fare?”
Il bandolero, sempre meno stanco e sempre più lancia in resta, tenta insomma di suonare la sveglia. “Per fare l’indagine geologica – dice ancora – ci hanno messo un anno. Poi non s’è più mossa paja”.
Marini si accalora. E il suo “fare casino”, se così si può dire, non dipende tanto dal suo attuale ruolo di oppositore in consiglio comunale, quanto dal fatto che quel progetto lo fece nascere proprio lui, quando indossava la fascia tricolore. E lo sente come una sua creatura.
“Ricordo – racconta – che pagammo l’area ben 230 mila euro al demanio dello Stato. Ma fu per una “botta di culo”. Già, perché l’anno prima il Comune di Viterbo era arrivato primo nella particolare classifica sul patto di stabilità e Renata Polverini ci regalò (si fa per dire) 250 mila euro. Li utilizzammo per comperare l’area e per svuotarla da circa 2 mila metri cubi di sterro. Ricordo che trovammo anche alcuni residuati bellici e dovemmo far intervenire gli artificieri. E adesso? Se Michelini non si dà da fare rischiamo di trovarci con un pugno di mosche in mano”.
Chissà se all’attuale sindaco di Viterbo staranno fischiando le orecchie…