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Peppe Servillo a Bagnaia col suo Futbòl

Peppe Servillo

Peppe Servillo

Tuscia in jazz a Bagnaia: stasera tocca a Peppe Servillo, squisito, raffinato ed eclettico interprete di caratura internazionale, nonché frontman della Piccola Orchestra Avion Travel, gruppo che in passato è riuscito a coniugare, al Festival di Sanremo, i gusti della critica con quelli del grande pubblico, vincendo entrambi i premi. Il cantante si esibirà, insieme ai compagni di strada argentini Javier Girotto e Natalio Mangalavite, in piazza XX Settembre, a chiusura della cinque giorni di concerti organizzata dal Tuscia in Jazz in collaborazione con Provincia e Comune di Viterbo.

Per l’occasione il poliedrico musicista, fratello del vincitore del premio Oscar con la “Grande bellezza” Tony Servillo, presenterà il suo progetto dedicato al calcio “Futbòl”. Il concerto è infatti un omaggio al grande Osvaldo Soriano e al suo libro Fútbol. Storie di calcio edito da Einaudi. Servillo sottolinea come i racconti di Fútbol siano stati solo una suggestione nella creazione dei brani.

“I testi sono tutti originali, ispirati a Osvaldo Soriano e al suo modo di scrivere storie di calcio che raccontano la vita e altre cose”. La scelta di miscelare italiano e spagnolo è dovuta alla lingua d’origine dello scrittore e di due degli autori, Girotto e Mangalavite, entrambi argentini. “E’ venuta spontanea ma è stata voluta anche per richiamare l’atmosfera di quel mondo, guardando quel calcio degli anni 50 quasi con nostalgia, senza per questo criticare il calcio dei nostri giorni”.

Ecco allora Lo sfogo del mister (el pesimismo defende la vida / così diceva il mister … putacaso vinco in casa della prima / in paradiso io sono … el pesimismo è un’eleganza / non di poca importanza/ e voi non avete capito con la palla come si danza) o i suggerimenti di Per fare un gol (per fare un gol in barba agli arbitri / ci vuole il senso delle regole. / Per fare un gol che sia drammatico / ci vuole un gesto molto atletico. / Per fare un gol ogni domenica/ ci vuole l’asso nella manica / per farlo come Diego il 10 / ci vuole una vita intera / non resterebbe il tempo / per dire agli altri altri son stato io).

Diversi gli omaggi a Maradona, in particolare con No te mueras nunca (lui con la palla faceva strage / 16 anni e il cielo si illuminò / prima giocò per la stella rossa / e con questo si consacrò / verso il futuro el pibe de oro / fa già contento el vincitor / e dopo venne il tempo più glorioso / … dopo in Italia era più di un santo / con san Gennaro el nuevo campion / opera divina così diceva la bella partenope / che ti adorava). “E’ una canzone esplicitamente ispirata a Maradona” spiega Servillo, “ne racconta la carriera accompagnata da una frase che si usa in Argentina come augurio, no te mueras nunca, non morire mai, vivi in eterno”. E poi c’è anche Maradona era meglio e’ Pelé, unico brano cantato in napoletano.

“In realtà è una canzone popolare che andava molto di moda allo stadio” spiega ancora l’artista, “ma l’abbiamo presa a prestito per raccontare la storia di un tifoso del Napoli, da qui la scelta di cantarla in dialetto”.

Tre i brani dedicati alla partita Brasile-Uruguay del 16 luglio 1950 con Final do mundo (Final do mundo / stadio di Rio / Maracanà / Pelé non c’era ancora / era il ’50 / chi vincerà), Obdulio tratto dal racconto Obdulio Varela – Il riposo del re del centrocampo letto da Toni Servillo, accompagnato alla chitarra da Fausto Mesolella, e Varela, brano musicale.

“Quella finale è raccontata in una novella significativa che ha ispirato ben tre brani” prosegue l’artista spiegando come ha coinvolto il fratello attore in questo progetto: “Volevamo ricreare una atmosfera da radiodramma, e la lettura integrale del racconto accompagnata dalla chitarra era il modo migliore per farlo, ispirandoci ancora una volta alla stessa novella e al periodo in cui era ambientata”.

Il concerto grazie al contributo della Provincia, del Comune di Viterbo e agli sponsor Meta Energia e Distillerie Zanin sarà ad ingresso libero.

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