Con lo “sblocca italia” il Governo inserisce una norma che tende alla privatizzazione dell’acqua . L’ennesimo, ingiusto, grave e scorretto attacco a quell’esito referendario che con il consenso di 27 milioni di Italiani scrisse indelebilmente “acqua bene comune e fuori dal mercato” .
Al capo III art.7 del decreto ” sblocca Italia” , occultato dietro la mitigazione del dissesto idrogeologico, si arriva a imporre un unico gestore in ciascun ambito territoriale individuando come polo aggregativo le aziende e le multiutilities già esistenti e molte già quotate in borsa . E’ il primo passo verso la privatizzazione con un vero ricatto nei riguardi delle Comunità locali che da anni reclamano una gestione dell’acqua partecipata , diretta e pubblica .
Se l’acqua è un diritto la sua garanzia di equa e solidale distribuzione è fondamento di civiltà e di stato etico. Un Governo diventa , inevitabilmente , ostile alle comunità e ai cittadini quando sottrae diritti approvando norme che massimizzano i profitti sull’acqua. Il ceto politico approva l’ennesimo tentativo di privatizzazione in contrasto con la diffusa volontà di cittadine e cittadini che costruiscono , attraverso leggi di iniziativa popolare , modelli di gestione pubblica e partecipata dell’acqua .
Come sempre , attraverso la mobilitazione e la denuncia , contrasteremo l’ennesimo e ingiusto tentativo affinché uno storico risultato referendario non sia solo un carro su cui salire ma un impegno da onorare.