Passata la festa… c’è da rimboccarsi le maniche. Dopo Santa Rosa, a Viterbo si ricomincia. Si dovrebbe ricominciare, almeno. E di cose da fare ce ne sono tante. Anche in fretta. Perché la situazione è quella che è e il tempo è tiranno.
Va detto che fino a oggi la giunta di Leonardo Michelini ha segnato un po’ il passo. Nel senso che servirebbe maggiore celerità, maggior decisionismo, maggior voglia di cambiare verso a una città che nel 2013 votò quelli che riteneva gli uomini del cambiamento. Che finora c’è stato poco, o nulla.
Ma la speranza di veder migliorare le cose ancora non è persa. Bisogna essere ottimisti, come insegna il giovane premier italiano Matteo Renzi. E allora ci sarà subito modo di stare a vedere se gli attuali amministratori di palazzo dei Priori avranno voglia e capacità per cambiare verso a Viterbo.
Cominciando dalla questione urbanistica. Quella in mano al corsaro Alvaro Ricci, che è uno di quelli che morde il freno. E, fosse per lui, la rivoluzione l’avrebbe già bella e completata. Ma il passo della pubblica amministrazione (come quello del montanaro) è lento e cadenzato, sicché il nostro s’è dovuto adeguare. Comunque sia, dopo Santa Rosa, sono in programma gli incontri con le forze sociali viterbesi per mettere a punto quel mega programma che – oltre a prevedere l’azzeramento dei vecchi piani integrati – dovrebbe sciorinare un nuovo modello di sviluppo per la città, fondato sull’equilibrio tra il sacrosanto interesse degli imprenditori e quello – ben più consistente – della collettività. Staremo a vedere.
Altro tema sul piatto (da tempo immemore): la questione termale. Siamo ancora fermi alle manifestazioni di interesse per un nuovo piano e siamo ancora al tira e molla tra Comune e la famiglia Sensi sulla quantità di acqua sulfurea di cui necessitano le Terme dei Papi per soddisfare la propria clientela. Discutere va bene, ma se si discute all’infinito non si combina nulla. E allora, dopo Santa Rosa, è forse arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti e di cominciare a veder concretizzarsi quelle che per il momento sono soltanto idee. Per il riflessivo (certe volte anche troppo) assessore Tonino Delli Iaconi è forse arrivato il momento di darsi – come si dice da queste parti – una svegliata, affinché il progetto termale non finisca per imitare – in tutto e per tutto – quello aeroportuale.
A proposito di progetti: c’è quello che riguarda le mura civiche, annunciato dall’indiscusso imperatore della Tuscia Peppino Beppe Fioroni durante gli auguri di Natale dell’ormai lontano 2013. Che fine ha fatto? Dopo Santa Rosa sarebbe il momento di capire se ancora esiste, a che punto è, e se prima o poi si comincerà a realizzarlo. Ma qui non c’è da aver paura. Siamo in mani sicure. La sora Lella, infaticabile responsabile dei lavori pubblici, ha già ampiamente dimostrato di essere una certezza.
E sempre riguardo alla sora Lella, è indubbio che vada registrata alla bisogna la raccolta differenziata, che è ancora come una rete da pesca con troppe falle. Le criticità riguardano soprattutto le zone ecologiche periferiche, grazie soprattutto all’inciviltà dei cittadini. Ma anche per qualche defaillance del sistema organizzativo. E’ stato annunciato che, dopo Santa Rosa, sarebbero state messe le telecamere per individuare gli “zozzoni”. Solo questo?
Dulcis in fundo, dopo Santa Rosa sarà bene pensare sin da subito alla Macchina di Santa Rosa del 2015, che il sindaco Michelini ha detto di voler rinnovare, dopo sei anni di Fiore del cielo. Per dare concretezza a questo desiderio si sappia che i tempi sono stretti. E che i soldi per la nuova intrapresa andrebbero messi nel bilancio 2015 (attualmente non c’è un euro), da approvarsi – a questo punto – entro febbraio. Altrimenti le chiacchiere rimarranno tali. E, sempre a proposito di Macchina, nel 2015 si pensi anche a realizzare una diretta tivvù che possa essere anche vista dai telespettatori viterbesi, affidandosi a qualche network degno di chiamarsi tale. E stavolta ci si pensi prima di Santa Rosa. Non dopo.