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Di Luisa e Marsili: spettacolo al PalaMalè

Andrea Di Luisa

Andrea Di Luisa

Cosa sono due etti, duecento grammi, quando dicono che l’anima da sola ne pesi 16, di grammi? E un cazzotto, ma fatto bene, quanto pesa e quanto peserà? Domande che galleggiano nella splendida sala di Villa Sofia, prima durante e dopo le operazioni di peso dei pugili che stasera dalle 20.30 riconsegneranno il PalaMalè al suo sport d’elezione. La boxe, già, eseguita ai massimi livelli italiani ed europei, dai protagonisti che ieri se ne stavano qui, coi loro tatuaggi, dentro le loro tute, facce concentrate ma non cattive.
Ma prima di stasera, prima della Saturday boxing night organizzata da quel Salvatore Cherchi che è il più importante promoter italiano, c’è da far andare la bilancia, e verificare che tutto sia a posto.
Emiliano Marsili, il civitavecchiese che difenderà il titolo europeo dei pesi leggeri per la terza volta in un anno (“Un record – dice lo stesso Salvatore Cherchi – e la prossima fermata, se tutto va bene, proveremo a riportare la sfida per il titolo mondiale in Italia”) fa fermare l’ago sui 61.2 chilogrammi. Il suo avversario, l’ungherese Gyorgy Mizsei, che sul ring si muoverà pure parecchio – come assicura chi lo conosce – segna 62 chili spaccati. Due etti. E chissà dopo dodici round quale sarà, la differenza.
Dopo di loro, tocca ad Andrea Di Luisa e Diego Velardo sottoporsi al rito. Stasera se la vedranno per il titolo italiano dei supermedi, una cintura che Di Luisa ha già tenuto parecchio sul caminetto di casa, accanto alle cose più care, e che ora, a 32 anni, prova a riconquistare per poi misurarsi su altri palcoscenici, ancora internazionali, perché la boxe è sfida dopo sfida, traguardo dopo traguardo, mollare e poi riprovarci e vincere ancora. “Ci vediamo domani sera”, dice Andrea in versione telegrafo, senza cazzeggiare né peccare d’arroganza a due anni e mezzo di distanza dall’ultimo round al PalaMalè. Il suo peso: 75.9 chilogrammi, le braccia al cielo, coi muscoli in tiro, mica per spaventare l’avversario ma per ricordarsi quello che è, quello che vale. L’avversario, già, Diego Velardo da Ciampino, un tipo tranquillo che però quando parla dice una cosa pesante: “Capisco che saranno tutti per Di Luisa, ma non sono qui in gita, quella cintura la voglio anche io”. E in bocca al lupo, quando la bilancia dice 76.1, e anche qui sono due etti di differenza.

Emiliano Marsili con la cintura di campione europeo

Emiliano Marsili con la cintura di campione europeo

Coincidenze, solo coincidenze che passano inosservate tra la sfilza di ringraziamenti incrociati (il sindaco all’organizzatore, l’organizzatore a Villa Sofia, gli arbitri, la stampa) e di salamelecchi. I rispettivi staff, le tribù, restano sullo sfondo, a ritoccare gli ultimi dettagli: dal maestro Mario Massai, a Michele Di Luisa, il professor Roberto Russo, il masseur Alessio Marzo, tutti concentrati per la grande notte di stasera, che sarà pure trasmessa su Italia Uno. Cosa manca? Il pubblico. La prevendita è andata bene, assicura un altro pezzo fondamentale dell’organizzazione, quel Franco Malè che con il suo Fitness palace è sempre in prima linea e che ieri si è prestato anche a tradurre – dall’inglese – il pensiero di Mizsei. I viterbesi, già, popolo di appassionati dell’arte nobile: c’è da riempire il palazzo, e magari da farlo venire giù se tutto andrà secondo i piani. Forza venite gente.

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