Passata l’estate, come aveva promesso, il consigliere regionale Enrico Panunzi ha convocato la riunione della commissione Trasporti della Regione, invitando i comitati interessati alla riapertura della linea ferroviaria Civitavecchia-Capranica-Orte ad esporre le loro richieste ai componenti della commissione. Le sollecitazioni di Renzo Trappolini, ex assessore ai trasporti della Provincia, che in vari interventi aveva richiesto l’interessamento regionale, sono state recepite. Atto importante che fa ben sperare nell’interessamento regionale affinché la consapevolezza della importanza che riveste l’apertura della linea ferroviaria, ormai diffusa a tutti i livelli, si tramuti in atti concreti.
Già la Regione Lazio, assieme all’Interporto Centro Italia, l’autorità portuale di Civitavecchia e l’Unione Europea definendola indispensabile per lo sviluppo economico di tutto il centro Italia, ne avevano finanziato la progettazione, redatta dall’Italferr, società delle Ferrovie dello Stato. Il progetto è stato presentato dall’ex assessore regionale Refrigeri in conferenza dei servizi e sono stati richiesti dallo stesso i finanziamenti al Cipe. Anche la Provincia l’ha indicata come un’esigenza nel piano di bacino dei trasporti per la Tuscia, inviato alla Regione Lazio. Da allora però, c’è stato il fermo della discussione, che aveva fatto pensare ai pessimisti e a coloro che si attardano a non voler comprendere l’importanza strategica della riapertura della ferrovia Civitavecchia Capranica Orte ad una rinuncia da parte della Regione.
Certamente non sono più sufficienti i buoni propositi, ma servono atti concreti. Questo perché la storia della ferrovia chiusa per una piccola frana e per la assurda politica dei trasporti portata avanti a favore delle strade, insegna che non è possibile cullarsi sugli allori. Infatti con il finanziamento di 200 miliardi di lire iniziarono i lavori sulla tratta Civitavecchia-Capranica per la riapertura; i lavori in questione, bloccati, poi, per l’esaurimento dei fondi, sembra non siano stati mai collaudati; il Governo allora finanziò, per la loro ultimazione, ancora le Fs con altri 123 miliardi di lire, che non si sa dove siano stati spesi, non certamente sulla linea in questione.
La Regione intende riaprire la discussione sulla riapertura della linea. Ciò è importante e il coordinamento dei comitati valuta positivamente l’iniziativa.