Ma la febbre non era “del sabato sera”? Chi se lo ricorda, dopo tutti ‘sti Campari. In fondo, gli anni Settanta sono passati da un pezzo, la memoria è rincritullita dalle luci strobo e dal volume altissimo, i week end si sono allungati e il sabato si sta a casa a guardare l’anticipo di campionato e a mangiare vegano. Facciamo allora il venerdì, la febbre del venerdì sera, “Friday night fever” per dargli un tocco d’internazionalità. Facciamo stasera, allora, per questa iniziativa del Comune di Viterbo, assessorato alla Cultura, consigliera delegata alle politiche giovanili Alessandra Troncarelli. Costo per le pubbliche finanze: euro 20 mila, che non sono neanche tantissimi. Per dire: la guerra nel Golfo è costata molto di più.
Dalle 22 alle 5 del mattino, per chi ci arriva vivo. In questa fascia oraria, non protetta, ecco che le mejo piazze del centro storico saranno invase dalla musica anni Settanta e Ottanta, appunto, quella che si ballava nelle discoteche del Village e che, dopo aver attraversato quattro decenni, l’oceano Atlantico e un Andy Warhol è finalmente arrivata fino a noi. Meglio tardi che mai. C’è piazza delle Erbe, con piano bar d’annata (“Maracaiibooo…”, e via di trenino, manca solo Jerry Calà). C’è piazza del Plebiscito, dj (all’epoca si chiamavano disc jockey) anni Ottanta e poi un tributo ai Gipsy King (gli zingari veri, invece, si trovano giù al parcheggio del Sacrario, ma questo è un altro discorso), I migliori anni e Accademia blu, di qualsiasi cosa si tratti. C’è piazza della Repubblica, con l’omaggio ai felpatissimi Bee Gees.C’è piazza del Gesù, coi Duran Duran per la gioia di tutte quelle (ex) ragazzine che volevano sposare Simon LeBon. A piazza Unità d’Italia voliamo più basso, in tutti i sensi, con Alessandro Piroli e Mattia Rizzoli “diretttamente da Ti Lascio una canzone”, che dovrebbe essere un programma tivù con bambini, ma per anziani. Mercatino vintage al Corso, anche se forse il Corso è già un mercatino vintage così com’è. Anche piazza Fontana Grande si è aggiunta all’ultimo, giusto per non farsi mancare niente in questa notte che si preannuncia lunghissima, sudata e si spera affollata.
Tanto da suggerire il solitamente poco reattivo assessorato all’Ambiente di piazzare contenitori ad hoc per i rifiuti differenziati nelle diverse piazze. Stasera e poi, s’immagina, mai più. Dunque approfittatene. Così bisognerebbe approfittare – per chi ha la disgrazia di abitare in una delle suddette piazze – di fuggire all’estero in questo fine settimana, specie se tirano davvero avanti fino alle cinque di mattina, come hanno promesso gli organizzatori. Chissà che piacere, per chi vorrebbe dormire, per chi il sabato mattina ha da lavorare (sì, esiste gente che il sabato mattina lavora). Riflessione buttata là: sembra tanto una notte bianca, ma guai a chiamarla così, e poi le notti bianche si fanno a luglio o ad agosto, mica adesso che è praticamente novembre.
Ultima cosa di cui approfittare prima di gettarsi nella tonnara: uno sguardo ai manifesti che promuovono l’inizativa. Davvero anni Settanta, ma nel senso peggiore del termine: un misto di psichedelia salita male e grafica da terza elementare. Col leone marpione che fa il re della serata al centro della pista. Ci siamo tutti, musica maestro. E poi magari sarà un successo.
Ullallà! Che salamelecco di proporzioni pantagrueliche. Cos’è, il bureau di eminenze Sassiane ha ricevuto il diktat dai satrapi di Michelini?
Ma voi non eravate contro i fondi a pioggia distribuiti alla carlona alle realtà culturali?
Non eravate per un controllo maggiore sulle assegnazioni dei bandi?
E perché non è scritto che queste ventimila Euro hanno fatto il giro della boa, sono partite dall’amministrazione per entrare nelle tasche degli amichetti della signorina amministratrice?
Ho capito!
Per voi c’è conio e conio: settemila Euro per un evento sono tante e ventimila per un altro sono poche. Vabbè, ne prendiamo atto. E da oggi un nuovo sistema metrico si è affacciato alle bifore di Palazzo dei Papi: nessun evento costerà poi molto se rapportato ad uno dei tanti interventi militari (?).
D’altronde di cerchiobottismo si muore.
Però, si chiedeva Hunter, difendere quella locandina ha quel retrogusto di prezzolato che quasi quasi devo andare a fare gli sciacqui col colluttorio.
Tante, ma tante, cose!
Ho riletto e non posso esimermi dal riconfermare quanto avevo detto. Comunque oramai ha poca importanza. Prima si salutava il lieto evento e poi ci si è sputato sopra. Nel mezzo ci sono solo le polemiche inutili perché quello che è stato è sotto gli occhi di tutti!