Allora, vediamo un po’. Ci sono ben tre ministri (Beatrice Lorenzin ministro della Salute; Maurizio Martina, titolare dell’Agricoltura; Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione); due sottosegretari (Vito De Filippo e Giampiero Bocci); due eurodeputati (Simona Bonafè ed Enrico Gasbarra); nove parlamentari di spicco o meno (Lorenzo Guerini, vice segretario nazionale del Pd, Roberto Speranza, presidente del gruppo Pd alla Camera, Gero Grassi, vice presidente dello stesso gruppo alla Camera, Lorenzo Dellai, esponente del movimento Per l’Italia, i deputati Gianluca Benamati, Simonetta Rubinato, Simone Valiante, Daniela Cardinale, il senatore Roberto Ruta); due presidenti di Regione (Giammarco Spacca, Marche, Luciano D’Alfonso, Abruzzo); un sindaco e un ex sindaco di tutto rispetto (Enzo Bianco da Catania e Michele Emiliano da Bari) accompagnati dal primo cittadino di casa Leonardo Michelini; il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni e quello della Cisl sanità Giovanni Faverin; il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello; il segretario generale dell’istituto “Sturzo” Giuseppe Sangiorgi; il sondaggista di Ad Learning Consulting Antonio Valente; qualche vecchia gloria come Marco Follini e Lucio D’Ubaldo e qualche giovane emergente come Luigi Madeo; e, dulcis in fundo, uno stuolo di giornalisti di un certo richiamo nazionale, quali Mario Lavia (condirettore di Europa), Margherita De Back (Corriere della Sera), Stefano Cappellini (Il Messaggero), Alfonso Pappalardo (Il Mattino), Mario Sechi (Il Foglio), Gianna Fragonara (Corriere della Sera) e Primo Di Nicola (L’Espresso). A far gli onori di casa il segretario regionale del partito Fabio Melilli, quello provinciale Andrea Egidi e quello comunale Stefano Calcagnini.
Vi basta? No, perché in cima alla piramide c’è lui. Il Cicciobello nostro gajardo e tosto. Al secolo Giuseppe, Peppino, Beppe Fioroni da Piascarano. Il quale ha organizzato tutto questo bel caravan serraglio dal titolo “Insieme verso il futuro”, che si celebrerà venerdì e sabato prossimi alle Terme Hotel Salus, messo come sempre a disposizione dal generosissimo Franco Governatori.
Un evento di portata nazionale. Ma che dico, internazionale. Ma che dico, planetaria. Durante il quale – c’è da giurarlo – saranno sciorinate tutte le vere strategie del Pd per uscire dalla stagnazione (anzi, dalla recessione) in cui l’Italia si trova, nonostante il costante annuncismo del presidente del Consiglio pro-tempore Matteo Renzi. Il tutto, sotto l’egida, il patrocinio, la guida di Peppino, che ha deciso così di schierare nel suo paese natìo le sue truppe corrazzate, a piedi e a cavallo per quella che si prospetta come una vera e propria campagna d’autunno.
Già, direte voi. Ma in fin dei conti è il solito convegno in cui si dicono tante belle parole, molto spesso fine a se stesse. Ingenui. Quello che in questo week-end porrà Viterbo “al centro de lu munno” sarà l’inizio di una disfida (forse più cruenta di quella di Barletta) che il deputato viterbese, dopo mesi di silenzio (ma si sa che Peppino quando tace è pericoloso, perché lavora sotto traccia), ha deciso di combattere perché a lui di essere rottamato, a soli 56 anni, da quel “pischelletto” del sor Matteo da Firenze proprio non va giù. Ecco allora la dimostrazione di forza. Il bicipite gonfio. L’esercito schierato. A mo’ di avvertimento. Per far capire al presidente del Consiglio: “Guarda che con me i conti ce li devi fare”.
Se fino a qui il “sugo” della storia è lapalissiano, più complicato è capire dove potrebbe portare il nostro eroe questa strategia. Anche se, al momento, le soluzioni più probabili appaiono due.
La prima: che Fioroni riesca nel suo intento, ovverosia a venire a patti con Renzi. Il quale dovrebbe prendere atto che il deputato viterbese controlla, seppur in minoranza, una bella fetta di partito (per gli amanti della storia: la stessa tattica Fioroni la usò ai tempi di Bersani).
La seconda: che il giovin Matteo faccia orecchie da mercante. E a quel punto vedrete che in Italia spunterà un altro bel partito di centro, magari che si richiami (indovinate un po’) alla Democrazia Cristiana.