Acquapendente ha vinto? Stavolta c’è da crederci davvero, almeno dopo l’incontro di ieri pomeriggio in Regione tra il presidente Nicola Zingaretti e il sindaco aquesiano Alberto Bambini. Argomento all’ordine del giorno: il futuro dell’ospedale del centro dell’alta Tuscia, quell’ospedale che la stessa Regione – col famigerato decreto 247 approvato qualche settimana fa – aveva declassato a casa della salute. Cioè una struttura meno costosa per le casse pubbliche ma pure con servizi infinitamente inferiori rispetto al classico ospedale. Una retrocessione che aveva fatto incavolare non poco (eufemismo) l’amministrazione e i cittadini, visto che a quel punto gli aquesiani avrebbero dovuto rivolgersi al nosocomio più vicino, Belcolle di Viterbo, a sessanta chilometri di distanza lungo la trafficata & disastrata Cassia.
Zingaretti, avvicinato da Bambini nei giorni scorsi durante la festa dell’Unità di piazza del Gesù (ecco a cosa è servita…), aveva fissato per ieri l’incontro risolutivo. Che ha dato i suoi frutti: Acquapendente è stata riconosciuta “zona disagiata”, sia per la distanza da Belcolle sia per il territorio montano. E dunque l’ospedale è salvo, e salvi sono quei servizi sanitari fondamentali.
“Siamo soddisfatti dell’esito di questo incontro – ha detto a botta calda il sindaco Alberto Bambini – perché finalmente è stato riconosciuto il diritto alla salute di questi territori attraverso una equa distribuzione dell’offerta sanitaria. Questo è un segnale positivo sia per i cittadini che per gli operatori sanitari che lavorano presso la struttura”.
Ora non resta che attendere la pubblicazione del prossimo decreto di riorganizzazione sanitaria. E le minacce di ricorso al Tar e addirittura, come gesto estremo, di referendum per lasciare il Lazio, sono archiviate. Non solo: la Regione ha anche promesso di completare i lavori per l’elisuperficie, che consentirà un collegamento aereo d’urgenza tra l’ospedale di Acquapendente e i pronto soccorso di Viterbo e della capitale.
Insomma, Zingaretti si è reso conto dell’errore ed è tornato sulle sue decisioni. Con buonsenso, almeno per una volta.
Acquapendente è zona disagiata
di Andrea Arena
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