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Vi. Va. l’auto-gavettone

FilmatoE dopo averlo visto fare a Matteo Renzi, Giorgia, Maria de Filippi, Balotelli, Emma Marrone, più mezzo altro pianeta, logico che se la siano sentita anche loro. Una sorta di diritto morale. Tanto è inutile, quando Facebook parte con certe dinamiche “virali” o ci si accoda o ci si rassegna. Comunque. La moda del momento è il cosiddetto Ice bucket challenge. Una sorta di auto-gavettone. Si prende un secchio, lo si riempie di acqua gelata, e consapevolmente ce lo si gira in testa. Nei casi più tecnologici l’atto lo compie un amico. Ma l’importante è fradiciarsi. E soprattutto davanti una telecamera. Per poi “postare” sui social la bravata.

L’hanno fatto anche loro, si diceva. Quelli della Vi. Va. Che non è un’azienda agricola. Bensì una squadra di calcio (Promozione locale), che nel nome accorpa i paesi confinanti di Vignanello e Vallerano. Durante il ritiro precampionato gli atletici si sono docciati all’aperto, ripresi e “spammati” in rete.

Ora. La domanda è la seguente: perché? E ancora: perché lo fanno in così tanti? In realtà il fine sarebbe pure buono. E, come noto, il fine giustifica i mezzi. Il progetto nasce da una provocazione. Una sorta di scommessa. “O fai una donazione, oppure ti giri un secchio d’acqua in testa”, ha pensato per primo l’americano Pete Frates. Sviluppando una sorta di tam-tam, che nel giro di pochissimo ha risucchiato nel tritacarne il mondo intero. Politici. Cantanti. Personaggi dello sport. In pieno bilanciamento cosmico tra l’apoteosi dell’ego (quei sette secondi di celebrità interattiva) e il piacere di donare. Chiaramente denaro. E se non bastasse per una causa più che meritevole. Soldini utili per ricercare una cura contro la Sla.
Filmato

La cifra raccolta ammonta a svariati milioni di dollari. L’obiettivo è quindi più che raggiunto. Per quanto riguarda invece il fattore “fa fico farlo”, il dibattito è aperto tra pro e contro. Tra giusto e sbagliato. Tra buono e cattivo. Come succede perennemente dinnanzi ai soliti fenomeni passeggeri.

Interessantissimo a tal proposito è un articolo de Il post (senza Viterbo davanti), che riporta le parole di Bo Stern. Blogger, pastore protestante e sposata con Steve. Affetto proprio da sclerosi laterale amiotrofica. Di seguito un piccolo passo: “Stiamo combattendo una battaglia enorme, e l’ultima cosa che desidero è che le persone donino soldi silenziosamente, anonimamente, e poi si defilino. Scatenatevi! Fate casino! Attirate l’attenzione su di voi! Io sarò contenta per voi e per ogni ‘mi piace’ che riceverete su Facebook, dato che starete spingendo la Sla un pochino più avanti nel tragitto verso la presa di coscienza collettiva. Ma non temere, caro lettore, anche questa cosa passerà di moda. Il livello però di pubblica consapevolezza significa molto per me e anche per la mia famiglia”.

Parole sante.

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