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Sistri, storia di un fallimento

Il primo riferimento normativo relativo al Sistri si trova nella Finanziaria 2007. Occasione in cui furono stanziati 5 milioni per la realizzazione di un “sistema integrato” destinato a controllare e a tracciare i rifiuti.

Bisogna attendere il dicembre del 2009, però, perché, su iniziativa e proposta della società Selex, il Ministero dell’Ambiente istituisca il Sistri. Da subito emergono inefficienze e farraginosità del sistema, che determineranno, negli anni successivi, proroghe a raffica e una ventina di interventi legislativi, tra i quali anche la soppressione e la successiva reintroduzione.

L’11 maggio del 2011, tutte le associazioni imprenditoriali organizzano una giornata di sperimentazione: per il Sistri, è un disastro.

Il sistema non viene, però, abbandonato, ma via via ne viene ridotto l’ambito di applicazione obbligatoria. Oggi sono esclusi dall’utilizzo del Sistri i produttori di rifiuti speciali non pericolosi e anche di rifiuti speciali pericolosi, purché l’impresa abbia meno di dieci dipendenti.

I prossimi mesi sono segnati da una nuova scadenza molto significativa: l’abolizione del sistema cartaceo di gestione dei rifiuti il 31 dicembre. Ma nemmeno il prossimo stop al doppio regime ha indotto a significative modifiche nel sistema automatizzato.

 

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