Solo san Beppe (Fioroni) la può salvare. Cosa? La Soprintendenza ai beni archeologici dell’Etruria meridionale, quell’istituzione benemerita che il ministro Dario Franceschini – c’è da pensare su impulso specifico del Governo – vuole cancellare. E inglobare nella futura macro Soprintendenza valida per tutta la Regione. La decisione ha scatenato un putiferio, da Viterbo Tarquinia (uno dei due siti Unesco, insieme a Cerveteri) di competenza della Soprintendenza, che cura in particolare l’inestimabile patrimonio etrusco.
E qui entra in campo san Beppe, compagno di partito di Franceschini e affine anche nel panorama romano in quanto a correnti. “Ho parlato questa mattina con il ministro – dice Fioroni – e ho postro l’accento sull’importanza della civiltà etrusca e delle tante scoperte e approfondimenti ancora da effettuare. Questo contesto rende implicito che nessuno può pensare di porre in secondo piano una storia ed una civiltà come quella etrusca e che in questo quadro la Sovrintendenza è uno strumento di particolare interesse e rilievo”.
Già, ma ci saranno i margini di trattativa, al netto delle solite rassicurazioni dello stesso Franceschini, che certo non può dire pubblicamente “gli etruschi fanno schifo?”. Fioroni ci prova: “Di fronte alle mie insistenze – spiega l’ex sindaco di Viterbo – ha preso l’impegno di fare un’ulteriore verifica e comunque di mettere in atto tutti gli accorpamenti possibili sulla Sovrintendenza archeologica speciale di Roma capitale affinché nella peggiore delle ipotesi di fatto la Sovrintendenza regionale sia pressoché dedicata agli etruschi. E ha anche ricordato come la Sovrintendenza Regionale archeologica della Toscana, esistente da anni, abbia garantito un’attenzione in termine di scoperte, valorizzazione e fruizione della civiltà etrusca di grande rilievo”. Sì, ma a noi della Toscana ci frega poco o nulla.
San Beppe, però, va oltre, e visto che per la Tuscia questa è stata una brutta botta, sceglie di rilanciare: “Ho richiesto al ministro Franceschini che l’attuale Sovrintendenza per l’Etruria Meridionale che ha avuto sempre la sede a Roma, nel nuovo assetto organizzativo che si occuperà degli etruschi e dell’Etruria meridionale abbia la propria sede in Etruria, decisione che sarebbe molto significativa e opportuna. E lui si è impegnato a rifletterci”. Come dire: visto che ce la volevate togliere del tutto, fate pure tutte le riforme che volete, ma poi la Soprintendenza portatela a Viterbo. E questo in effetti è un vecchio progetto già dei primi anni novanta, rilanciato ultimamente anche da alcuni consiglieri comunali (Marco Ciorba di Oltre le mura), che ha fatto approvare un ordine del giorno ad hoc per portare la sede della Soprintendenza nella città dei papi. Ma prima conviene sperare che non l’aboliscano. E pregare san Beppe.