Da Civitavecchia a Viterbo solo andata. E parliamo di rifiuti, migliaia di tonnellate di indefferenziata che dalla città portuale finiranno nell’impianto di trattamento di Casale Bussi, gestito da Ecologia Viterbo. Il sindaco civitavecchiese Antonio Cozzolino (Movimento cinque stelle) ha deciso così, revocando il contratto di conferimento con la Pontina Ambiente, che invece li portava nell’impianto laziale. Questione di risparmio? Non tanto, visto che lo stesso Cozzolino ha sì parlato di minori spese, ma sarebbe stato convinto soprattutto dalla “certificazione antimafia positiva della società viterbese”.
Ora però da Viterbo rilanciano, e come un giocatore di poker provetto, l’assessore all’Ambiente della Provincia, Paolo Equitani, mette sul piatto una posta interessante: “Se davvero vuole risparmiare, suggeriamo al sindaco di Civitavecchia di prendere in esame una soluzione che potrebbe essere vantaggiosa davvero per tutti: sarebbe utile discutere intorno ad un possibile utilizzo della centrale di Torrevaldaliga nord, a Civitavecchia, per smaltire il combustibile solido ricavato dal combustibile da rifiuto prodotto a Casale Bussi”. Come dire: noi trattiamo i vostri rifiuti (insieme ai nostri) ma poi ve li riportiamo a casa, dove potranno essere trasformati in energia, e dunque in risorsa economica. Ma non solo.
Quella di Equitani potrebbe essere letta soltanto come una provocazione – un bluff in una partita a carte, appunto – ma invece mostra diversi aspetti interessanti: “Un vantaggio economico – spiega il vicepresidente della Provincia – perché non bisognerebbe più trasportare il combustibile da rifiuto negli impianti fuori regione, con i relativi costi, mentre a Civitavecchia arriverebbe a costo zero. Un vantaggio per la centrale, che avrebbe così il combustibile necessario per produrre energia. Un vantaggio ambientale, perché il combustibile da rifiuto inquina meno rispetto al carbone”.
Per Equitani, comunque, l’urgenza di fondo è una: uscire da una logica localistica sui rifiuti. E a Viterbo, che incamera da anni quelli prodotti dalla provincia di Rieti e che nell’ultimo anno si è sobbarcato anche quelli di una parte di Roma e hinterland, lo sappiamo bene: “E’ importante chiudere il ciclo dei rifiuti sul territorio – dice l’assessore – La Tuscia non è più disposta a farsi carico della mondezza altrui”.
E a proposito di logiche locali, pare che a Civitavecchia proprio in queste settimane, si discuta animatamente sulla creazione di un impianto di trattamento per 60mila tonnellate di rifiuti: secondo alcuni amministratori civitavecchiesi, una quantià troppo elevata rispetto a quela prodotta dalla zona, col “rischio” di attrarre anche mondezza da fuori… Ha detto l’assessore all’Ambiente Manuedda: “Noi ne vogliamo uno realmente compatibile con le esigenze del territorio”. Loro.