Lucio Matteucci con Nicola Zingaretti
Fosse capitato Luca, di sicuro ci sarebbero state almeno mille persone. Ma si sa, la politica tira meno di Montalbano. Quindi duecentoquattro presenze (secondo la Questura, che c’ha messo pure il barista e la scorta) si possono tranquillamente definire un bel bottino. Viterbo Civica ha incontrato Nicola. Nicola Zingaretti. Salito dalla Pisana per replicare garbatamente all’altrettanto garbata manifestazione di protesta. E 24 ore dopo ecco il punto di vista di Lucio Matteucci. Capogruppo del movimento ambientalista.
Matteucci è soddisfatto?
“Molto. Ho visto solo cittadini liberi. Nessun politico e nessun partito li ha spinti a partecipare”.
Pensava ci fosse più fuffa, però. Lo ammetta.
“Chiaro. Ma meglio poche teste sgombre che tante obbligate”.
Forse il momento più alto di Viterbo civica?
“Sicuramente. Da un punto di vista istituzionale essere riconosciuti dal presidente della Regione è un gran traguardo”.
E prima o poi se ne accorgerà anche il Comune. Comunque. Da oggi cosa cambia?
“Nuovo statuto. Scrematura interna. Comportamento docile”.
Diventerete mica seri?
“Si, o almeno, io lo farò. Devo imparare a mettere l’enfasi da parte. Mi scaldo con facilità”.
Ma continuerete sì a rompere le sfere basse e a curare il verde?
“Chiaro. Ci mancherebbe”.
Zingaretti ha anticipato la visita in città per voi. Mossa paracula o enorme disponibilità?
“Vediamo prima come si muove”.
In che senso?
“Ha promesso risposte concrete entro 24 ore”.
E nel frattempo?
“Posso solo ringraziarlo. Ci ha messo la faccia”.
Poi?
“Poi aspettiamo la replica e l’invito in Regione”.
Tutti alla Pisana?
“È un piacere e un onore. Ci ha invitati, non mancheremo”.
Questo fermento civico sempre attivo dove vi sta portando?
“Ad allargarci”.
E quanti comuni sarebbero già interessati a sposare la causa?
“Vetralla funziona alla grande. Bomarzo, Montefiascone… Diciamo una decina. Siamo un cantiere aperto”.
L’iniziativa di Viterbo civica
Una sorta di alternativa al Cinque stelle?
“Volendo…”.
In chiusura, una coppia di provocazioni. La prima: come vede il suo sedere sulla poltrona di assessore all’Ambiente?
“Ci risiamo. Non farò mai il sindaco”.
Stiamo parlando di Ambiente, infatti.
“Allora mettiamola così. Bene. Ma da esterno”.
Che nulla cambia.
“Mi spiego. Uno. Mi metterei volentieri a disposizione degli altri”.
Due?
“Senza stipendio”.
Un sogno. I colleghi la linceranno. Seconda cattiveria. Tra tre anni concorrerà col centro destra o col centro sinistra?
“Mi dispiace deludervi. Il lavoro in Brasile chiama. Presto me ne dovrò andare, e con dispiacere”.
Peccato. Magari però fonderà Salvador de Bahia civica. Mica male.
