Bye bye… Macchitella. E’ stato breve ma intenso. Vuoi o non vuoi, alla fine pure questa faccenda si è chiusa (in teoria, ora si attendono i fatti). Comunque. Per capire l’intreccio che ci sta dietro l’azienda sanità locale viterbese occorre mettersi seduti, essere armati di santa pazienza, e partire da lontano.
Riassuntino delle puntate precedenti. Zingaretti (il non attore) si insedia alla Regione. E come ogni buon padre di famiglia stravolge la casa. Ripittura le pareti. Compra la scola nuova per la pasta. Sostituisce le tende. E rinomina i direttori generali delle dodici Asl. Undici di questi superano lo scoglio della Commissione sanità. Vengono promossi. A fronte di un solo bocciato. Proprio Macchitella. Che sfiga. E poi, perché? Per presunta incompatibilità, direbbe un tecnico. Data dal lavoro prestato dallo stesso alla Ilcot di Latina. Mah.
Chi piazzare quindi al posto suo? Macchitella, chiaramente. E non il fratello, nemmeno il cugino, ma sempre Luigi. Solo che sopra la scrivania, inciso sulla targa, ci si mette cs e non dg. Commissario straordinario. In attesa che si sistemino le cose. Che guarda un po’, col cacchio che si sistemano. Scoppia pertanto la rivolta della minoranza. Trasversale, dal Ncd al Movimenti 5 Stelle. E tutto questo cinema ci riporta ad oggi. Quando, con una manovrina tipo quella con cui incastrarono Al Capone per frode fiscale, vengono ufficialmente equiparate le due figure di cui sopra. Il dg sta al cs come il cs sta al dg. Matematico. Stessi diritti e stessi doveri. E se quindi Macchitella non andava bene da una parte, logico che ora non calza manco dall’altra. Non ci piove. Poi la politica è cosa strana, storicamente. Una “ad personam” potrebbe spuntar fuori dal nulla in quattro e quattr’otto. Più che una valigia, il consiglio è pertanto quello di preparare un trolley.
Ma torniamo alla legge, che non riguarda solo Viterbo. “Si partiva da norme regionali e nazionali assurde – dice Daniele Sabatini, Ncd alla Pisana – Non scendo nel caso specifico locale pertanto. Abbiamo sostenuto questa battaglia come opposizione, in blocco. Se ci stanno cause evidenti, è bene sistemarle. Per quanto invece concerne Viterbo, auspichiamo l’intervento della Regione al fine di dare un governo stabile, efficiente, sul fronte sanità. E per stabile si intende un dg, che possa avere polso, e intervenire con fermezza poiché è la posizione che glielo permette”.
Tre giorni fa infine, è arrivata l’approvazione in aula. “Con la legge sulla spending review entrata in vigore – dice ancora Sabatini – Macchitella non ha più requisiti per la nomina a dg e a commissario straordinario. E’ l’ennesima conferma che la sanità viterbese è ormai allo sbando, e a pagarne le conseguenze sono i cittadini e gli operatori del settore. Adesso Zingaretti si deve assumere le sue responsabilità: la situazione è insostenibile, così non si può e non si deve andare avanti. Ormai complice di una situazione sempre più al collasso, Zingaretti non può continuare, con i suoi silenzi e tentennamenti, a mortificare il nostro territorio”.
In tutto questo comunque, qualora si applichi il teorema di raggiramento-paraculo tipico del bello Stivale, non rimarrà in ogni caso troppo tempo a Macchitella. Poiché la seconda trovata (ohibò) riguarda l’età. Raggiunta la linea rossa che traccia il confine della pensione ci si trasferisce diretti ai giardinetti. Che dietro ci sarebbero altri desiderosi di lavorare. E questo è quanto.
Al prossimo episodio.