La Provincia ancora in campo contro il gioco d’azzardo. Si è infatti svolta a palazzo Gentili la cerimonia di consegna dei certificati di responsabilità sociale ai titolari degli esercizi commerciali che hanno detto no alle slot machine. E’ la terza volta che la Provincia e la Asl assegnano questo riconoscimento alle attività che hanno scelto di non lucrare sul dramma delle famiglie, rinunciando ad incentivare il gioco all’interno dei propri locali. I certificati sono stati consegnasti dal presidente Marcello Meroi, alla presenza della responsabile del Sert dell’Asl di Viterbo Anna Rita Giaccone.
Sono quattordici gli esercizi pubblici che hanno ricevuto l’importante riconoscimento per il loro impegno nella lotta contro la diffusione del gioco d’azzardo: sono il Bar Danilo a Tarquinia (in via Umberto I), il Bar Europa a Grotte S. Stefano (in via della Stazione), il Country Bar (Viterbo – via Mariano Romiti), l’Officina del Gusto (Viterbo – Largo Guglielmo Marconi, 2), la Caffetteria Casantini (Viterbo – via Cairoli, 27), la Caffetteria Coco (Viterbo – via Igino Garbini, 40 b-c-d), il Bar dell’Università (Viterbo – via San Camillo de Lellis), lo Chalet Porta Fiorentina (Viterbo – P.le Gramsci, 2), lo White Ristobar (Viterbo – p.zza delle erbe, 12), l’Antica Pasticceria Casantini (Viterbo – via Genova, 40), il Bar Caffetteria Break Time (Viterbo – via Genova, 41/43), il Caffè Cavour (Viterbo – via Cavour, 66), lo Strauss Caffè (Viterbo – Circonvallazione Ovest, 31), la Pasticceria Gobbattoni (Viterbo – via Marconi, 61/63).
“La scelta fatta da questi imprenditori – ha spiegato il presidente Meroi – va premiata perché è una scelta di carattere etico, dettata dalla consapevolezza di rendere un grande servigio nella lotta ad una piaga sociale quale il gioco d’azzardo. C’è bisogno di una rete etica – ha aggiunto – che faccia comprendere anche a chi ancora non è sufficientemente sensibile, l’importanza di eliminare le slot dai locali pubblici, scoraggiando una pratica che ha purtroppo creato nella nostra provincia una vera e propria emergenza. Il fatto che il numero degli esercenti che hanno aderito all’iniziativa di Provincia e Asl è maggiore rispetto alle volte precedenti sta a dimostrare che l’inversione di tendenza è in atto e che si sta sviluppando, intorno al problema della dipendenza da gioco, una forte sensibilità sociale”.
L’idea di rilasciare dei certificati di responsabilità sociale a quelle attività commerciali che si sono liberate o che non hanno mai accettato l’istallazione nei propri spazi di apparecchiature elettroniche per il gioco d’azzardo, è scaturita dai frequentanti dei Gruppi di Mutuo-Aiuto, cioè da chi ha vissuto in prima persona questo dramma, con la volontà di impedire che altre persone ed altre famiglie possano precipitare nel tunnel della dipendenza.
Le persone che frequentano i gruppi Ama, non presenti alla conferenza per ovvie ragioni di privacy, hanno inviato un messaggio letto dal sociologo della Provincia Luca Piras; “Con questa iniziativa – hanno spiegato – vogliamo unire tutte le persone che si oppongono a questa tragedia che ha travolto noi e tantissime altre famiglie. Questi esercizi pubblici vanno premiati per la scelta di responsabilità sociale che hanno compiuto: hanno deciso di non guadagnare sul dramma e la disgrazia delle persone prese dalla dipendenza dalle slot. La gente deve sapere che c’è chi si oppone a questa follia delle macchinette mangiasoldi che ormai sono in ogni bar, in ogni tabaccheria, nelle pasticcerie, nelle pizzerie, dappertutto. I locali No-Slot stanno diventando sempre più numerosi e siamo sicuri che tante altre attività commerciali si candideranno per ricevere il certificato. I Gruppi di mutuo-aiuto che abbiamo frequentato ci hanno salvato dal nostro dramma personale, ma non basta perché tante persone, anche in questo momento, stanno distruggendo se stesse e le loro famiglie: è necessario che questa azione popolare si allarghi e sia sostenuta da tutti i cittadini sensibili e di buona volontà”.
Secondo una stima statistica del sociologo Luca Piras sul territorio della provincia di Viterbo le persone affette dalla sindrome del gioco d’azzardo compulsivo potrebbero essere circa 2800. Una cifra allarmante.
E’ dal 2010 che Provincia e Asl di Viterbo hanno approntato uno specifico servizio congiunto per affrontare il problema: due Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto, uno a Viterbo e uno a Tarquinia, per giocatori d’azzardo patologici e per il sostegno ai loro famigliari, condotti da Anna Rita Giaccone e Luca Piras.: “Ultimamente – ha spiegato la Giaccone – il numero dei frequentanti è così aumentato che abbiamo dovuto sdoppiare il gruppo che si riunisce a Viterbo perché divenuto troppo numeroso: ora abbiamo due gruppi distinti che si riuniscono contemporaneamente, ma in locali separati dello stesso centro diurno in via S. Giovanni Decollato”.