Talete, anno zero. Le dimissioni – ampiamente previste e annunciate – del presidente della società idrica, Marco Fedele, aprono uno scenario di rinnovamento globale dei vertici di via Gargana. Perché con l’addio del numero uno, che governava già in regime di deroga del 2013, viene da decadere l’intero consiglio d’amministrazione (in pratica del solo consigliere Lucidi, visto che l’altro, Piciucchi, si era già dimesso da tempo.
Ma prima di affrontare questo discorso, vale la pena ricordare che la Spa non se la passa mica bene, è una barca che affonda, e per di più un affondamento lento che somiglia tanto ad un’agonia. I debiti (oltre i venti milioni) sono solo l’ultima puntata di una storia partita male, con molti Comuni della provincia che non avevano aderito al progetto sin dalla sua nascita, e culminata con la crisi dell’arsenico, che ha diminuito se possibile la fiducia dei cittadini nei confronti della gestione idrica. E lo dimostrano i tassi altissimi di evasione delle bollette.
In questo quadretto non certo idilliaco, ecco che il rinnovo dei vertici e l’approvazione del piano di rientro (da effettuare anche aumentando i prezzi delle tariffe) sarebbe cosa urgente. Sarebbe. Perché ad oggi la data della prossima assemblea che dovrebbe nominare il prossimo Cda e approvare il piano è ancora incerta. E vincolata all’incontro tra l’assessore regionale Refrigeri e l’assemblea dei sindaci dell’Ato. Un summit previsto per martedì scorso e saltato per “impegni istituzionali” del rappresentante della Regione. Ora il presidente dell’Ato Marcello Meroi attende nuove comunicazioni in merito per fissare la nuova data.
Solo dopo aver fissato le intenzioni della Regione sulla gestione idrica si potrà procedere all’assemblea di Talete (che pure spera in un aiutino economico da Zingaretti & co.). Di certo, tra le linee guida per risanare l’azienda – o comunque per ridurne i costi – ci dovrebbe essere una massiccia revisione delle spese amministrative e di consulenza. Un punto che dovrà per forza convivere con la nomina del prossimo Cda, un giochino che piace tanto alla politica, già in passato protagonista di una lottizzazione più o meno selvaggia delle poltrone.
E a proposito di poltrone: il nuovo presidente, dicono le indiscrezioni, sarà Stefano Bonori, ex sindaco di Bomarzo, esponente del Partito democratico, tendenza Fioroni. L’aspetta un compito tutt’altro che facile.