Che sarà della Talete, chi lo sa? Cantano i Ricchi e poveri, più poveri che ricchi in realtà. Perché la società di gestione idrica della Tuscia se la passa malissimo – oltre venti milioni di euro di debiti – e sul suo futuro si prende ancora tempo. Non c’è mica fretta.
E pensare che questa sarebbe dovuta essere la settimana cruciale per prendere decisioni importanti, o almeno così era sembrato l’11 luglio scorso, quando si decise di rinviare l’assemblea della Spa a venerdì 25, dopo l’incontro – previsto per ieri – tra un’altra assemblea, quella dei sindaci dell’Ato, con l’assessore regionale Refrigeri. Peccato però che alla vigilia l’assessore abbia fatto sapere di non poter venire a Viterbo a causa di altri “impegni istituzionali”. Di conseguenza, l’assemblea di Talete di venerdì è stata ulteriormente rinviata, a quando non si sa. Rinviati, soprattutto, i punti all’ordine del giorno più vitali (o mortali, fate voi), vale a dire il rinnovo del consiglio d’amministrazione e l’approvazione del budget, col relativo aumento delle tariffe per i cittadini, pensato per far rientrare un po’ i conti. Mentre dovrebbero essere approvati gli altri punti, il bilancio e la scissione annunciata del Siit.
L’agonia di Talete insomma prosegue, come è stato da dieci anni a questa parte, per una creatura che da subito non ha visto l’adesione di diversi Comuni del territorio e che oggi è alla deriva, a causa anche della presunta impossibilità di ricevere aiuti dalla Regione (perché in teoria un ente pubblico non può aiutare una società per azioni, anche se per esempio già Piero Marrazzo, all’epoca della sua presidenza, fece avere alla società di via Gargana oltre 6 milioni di euro…). In più, vanno segnalati i problemi del Cobalb, la questione arsenico e la nuova legge sull’acqua (quella che prevede la morte degli Ato, sostituiti dai bacini idrici) approvata tra squilli di fanfara dalla Regione e subito bloccata dal Governo con l’accusa di incostituzionalità.
E forse, maligna qualcuno, l’assenza di Refrigeri va ricercata proprio tra questa sfilza di problemi e la mancanza di risposte serie da poter consegnare agli amministratori viterbesi, a partire da quelli della Provincia. Provincia che dal canto suo ha già pronto un documento – sottoscritto già da alcuni sindaci e inviati anche agli altri – per aprire una discussione con la Regione. O si trovano progetti seri, che partano dai tagli degli incarichi tecnici, dagli interventi urgenti da fare, oppure è inutile affidarsi all’ennesimo aumento delle tariffe per i cittadini. Un problema anche politico, visto che il colore che governa la Regione è lo stesso che esprime il 65 per cento dei sindaci interessati.
In attesa dell’incontro con l’assessore (ad agosto o più probabilmente “dopo Santa Rosa), i debiti di Talete aumentano, il nuovo CdA non c’è e non s’intravede neanche una via d’uscita che non sia traumatica e definitiva.