Navigando nell’improvvisazione, a tratti imbarazzante, e con una caduta di stile che non ha precedenti, il sindaco di Soriano Fabio Menicacci scende in campo a difesa del suo Movimento Civico Soriano Novo – del quale si ritiene espressione politica oltre che fondatore – dall’accusa che gli avrei formulato di sminuirne il ruolo assunto nella rinascita culturale del paese, nonché contro il convegno sulla salvaguardia delle dimore e dei giardini storici tenutosi a Soriano nel Cimino nei giorni scorsi.
Nel rimandare al mittente le accuse che ritengo infondate, vorrei ricordare a Menicacci che se avesse letto i comunicati stampa e le prese di posizione sollevate nell’occasione dal suo Movimento – e peraltro da lui mai smentite – si sarebbe accorto, anche se in ritardo, che le accuse erano in effetti ben altre, quelle, cioè, di non poter assolutamente accettare che una discussione politica sia da loro posta su un piano di offese personali tali da rasentare perfino l’ingiuria.
Al di là, infatti, delle offese rivolte al sottoscritto, non posso accettare nel modo più assoluto che vengano indicati con il termine “due signorotti del circondario” i consiglieri regionali Panunzi e Valentini, quest’ultimo premio Nobel per la Pace, quando nella realtà il convegno di Soriano da loro partecipato è stata l’unica vera occasione per vedere finalmente palazzo Albani Chigi oggetto di un’iniziativa legislativa volta alla tutela ed alla valorizzazione di dimore e giardini storici.
E sotto questo aspetto, lo stesso scritto fatto pubblicare dal sindaco Menicacci presta il fianco ad analoga critica, laddove ne ha voluto in modo sarcastico evidenziare un suo personale resoconto.
Il problema quindi non è il Movimento in se stesso – del quale, pur nel rispetto delle idee di tutti, non me ne può minimamente interessare nulla – ma è il suo (vero) ruolo “militante” che invece contesto, giacché si traduce principalmente in un radicale spirito di parte, che spesso si risolve nell’erronea identificazione del nemico da combattere (allo stato, il sottoscritto, capo gruppo dell’opposizione) e che da mezzo diventa fine.
Basta sentirli sui loro social network, per rendersi subito conto del particolare momento storico. Sembra di vivere due città diverse: una Soriano azzurra, abitata da giovani donne e uomini orgogliosi di avere a disposizione tanti luoghi d’incontro culturale (ovviamente solo quelli inaugurati dal sindaco Menicacci), e l’altra rossa, di stile “Guareschiano” (Don Camillo e Peppone), vissuta da giovani privi di cultura, o meglio pieni di quella che loro definiscono sprezzantemente con il termine “Kultura”.
Per fortuna, esclusi i tifosi più passionali, molti stanno arretrando, altri si sono già defilati proprio perché l’evidenza è tale da creare imbarazzo ed anche un pizzico di rabbia in chi, come la maggioranza dei sorianesi, è oggi alle prese con problemi molto più gravi e di tutt’altro genere di quelli evidenziati da Menicacci.
Per quanto riguarda il mio ed il nostro modo di agire, intanto tengo a precisare che le nostre abitudini politiche sono state sempre caratterizzate dal rispetto delle idee degli altri, privilegiando il confronto e non le offese personali, senza giudicare mai prima di esserci documentati, come credo possa dimostrare il lavoro di tutto rispetto che abbiamo fatto, anche in termini di proposte, come Gruppo Consiliare e che è a disposizione di tutti.
Per ciò che attiene il merito, condivido pienamente il dissenso che altre forze politiche hanno già rappresentato ed espresso pubblicamente nei confronti del sindaco Menicacci in termini di contestazione dell’articolo da lui pubblicato, definendo le sue affermazioni pura fantasia e che mi piace riportare nella sua interezza:
“Il sindaco si fa bello e si appropria delle idee, progetti e finanziamenti, degli altri . Se oggi questa amministrazione può vantarsi di aver fatto delle cose lo deve solo e soltanto a chi ha amministrato precedentemente questo comune. Il sindaco continua a stravolgere la realtà vantandosi di aver ideato, progettato e realizzato delle cose che invece ha ereditato dalla precedente amministrazione. E’ inutile caro sindaco che lei si vanti del recupero delle scuderie di Palazzo Chigi.Tutti sanno come stanno le cose.
Lei non ha fatto assolutamente nulla, ha trovato i lavori in fase di ultimazione ed ha soltanto tagliato il nastro per l’inaugurazione. Ha, però, assegnato alla cooperativa il Camaleonte la gestione delle stesse, senza nessun bando pubblico e con una spesa annua di circa 44.000,00 euro a carico dei contribuenti. Cosi come per la fonte di Papacqua, restaurata ed aperta dalla precedente amministrazione in data 26 e 27 marzo 2011. Oggi chiusa per tutta la settimana meno il sabato e la domenica.
Per non parlare del castello Orsini che costa ai contribuenti sorianesi circa 40.000,00 euro d’affitto annuo. Questa diversa fruizione del castello, come lei afferma, che cosa ha portato ai sorianesi?
Non sarebbe opportuno che la cooperativa il Camaleonte, gestrice del castello, informasse i sorianesi del numero dei visitatori,dei biglietti emessi e dell’incasso totale? Così potremmo capire se quanto viene affermato è suffragato da fatti concreti o è soltanto frutto della sua immaginazione?
Però qualcosa di nuovo è stato fatto: l’Antiquarium, collocato nelle cantine del Comune.
Qui si cade nel ridicolo!
Le famose cantine del comune sono state oggetto di un progetto, finanziato dalla Regione Lazio da destinare ad Archivio Storico del Comune .
Anche questo presentato ed eseguito dalla precedente amministrazione.
Ora, a lavori ultimati, si è voluto cambiare la destinazione d’uso ed istituire l’Antiquarium che non è stato mai menzionato in nessun atto pubblico, sia esso di giunta che di consiglio e quindi ci domandiamo chi ha deciso, quando e come la sua istituzione?
E le zone archeologiche?
Il loro abbandono è stato denunciato e documentato più volte.
Il monumento naturale di Corviano è inaccessibile, l’istituzione del monumento del fosso del Mandrione e del Parco letterario Pasolini non sono seguiti da nessuno e sono fermi alla Regione Lazio da anni,
Questa è la realtà che emerge leggendo i documenti, le delibere ed i progetti esistenti, realizzati ed in fase di realizzazione.
Di norma quello che è al di fuori della realtà ha un nome ben preciso: fantasia!”