16112024Headline:

Schettino Equitani affonda la Talete

Paolo Equitani

Paolo Equitani

Addio Talete bella. Sì, avete capito bene, la società che gestisce le risorse idriche della Tuscia sta facendo la fine della Costa Concordia: in fondo al mare. Solo che stavolta lo Schettino di turno – dispiace dirlo – sembra essere il presidente dell’Ato. Che ieri mattina era rappresentato, nell’assemblea convocata per prendere importati provvedimenti per la sopravvivenza di Talete, dal vice presidente Paolo Equitani.

Ma cosa è accaduto nel corso di un summit, che definire tragicomico è un eufemismo e che ha dimostrato ancora una volta l’inadeguatezza della politica (e di certi politici, soprattutto) di fronte a un servizio indispensabile per i cittadini?

E’ presto detto. Ieri mattina era in programma l’ennesima riunione dell’Ato che doveva discutere sulla ristrutturazione del debito di Talete (i cui conti in rosso sono ormai tristemente noti), pena la sua non sopravvivenza, da attuare anche con un lieve aumento tariffario. Una decisione da tempo annunciata, che l’assemblea dei sindaci ha però sempre faticato a prendere, facendo mancare in passato il numero legale e provocando (sempre in passato) anche le ire di Marcello Meroi.

Stavolta però la platea era ben nutrita e la discussione è stata molto articolata, fin quando il sindaco di Civita Castellana – molto presente nella discussione – non ha fatto venir fuori che il voto sulla proposta sarebbe stato solo preventivo. Che vuol dire? Vuol dire che non era stata approntata nessuna delibera sulla quale esprimersi e che la stessa sarebbe stata stilata solo dopo, a voto avvenuto, solo nel caso si fosse raggiunta l’unanimità.

Anzi, a fronte della discussione (piuttosto animata) che ne è seguita, Schettino (Paolo Equitani) ha fatto sapere che lui si sarebbe astenuto. Poi, a correggere il tiro, è arrivato addirittura il presidente Meroi, il quale è andato oltre: “Se non c’è l’unanimità, voto no”.

Apriti cielo. Angelelli ha fatto notare che il voto contrario della presidenza Ato a una simile proposta avrebbe comportato automaticamente la sfiducia all’attuale cda della società Talete, ma ciò non è bastato a rasserenare gli animi. A quel punto alcuni sindaci (soprattutto di centrodestra) hanno preferito darsela all’inglese e si è così arrivati a un voto senza alcun valore, dal momento che nel frattempo era venuto a mancare il numero legale.

Gianluca Angelelli

Gianluca Angelelli

Per la cronaca i sindaci di centrosinistra hanno votato sì con qualche eccezione, Schettino Paolo Equitani ha votato no e – cosa buffa – il delegato del Comune di Bolsena (di cui lo stesso Schettino Equitani è sindaco) si è astenuto.

Morale della favola: i debiti di Talete rimangono lì, la loro ristrutturazione è di là da venire e la politica ha dato l’ennesima dimostrazione della sua insipienza. Commento del sindaco di Civita Castellana: “La Talete non funziona perché c’è chi non vuole farla funzionare. A questo punto mi aspetto che il cda della Talete, praticamente sfiduciato dalla presidenza dell’Ato, si dimetta subito”.

Pensierino della sera. Equitani e Meroi, in quanto rappresentati della presidenza Ato, hanno commesso un errore politico grave, giacché chi detiene il timone della barca ha anche il dovere di assumersi le proprie responsabilità. Al loro attenuante hanno però l’atteggiamento dei sindaci che, oltre ad aver disertato una marea di sedute, non sono riusciti a trovare un fronte comune sulla gestione dell’acqua pubblica. Vogliamo allora dire che il più pulito c’ha la rogna?

E il cittadino cosa deve aspettarsi a questo punto? Semplice. Che arrivi un privato che finalmente gestisca le risorse idriche in modo adeguato. Ma attenzione, giacché l’acqua a quel punto rischia di essere salata, molto più di quella del mare.

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