16112024Headline:

“Regione, Asl, prefetto e sindaco: sveglia!”

Antonella Ambrosini, segretaria della Cgil sanità

Antonella Ambrosini, segretaria della Cgil sanità

“Ho fatto io stessa, a nome di Cgil, Cisl e Uil, la richiesta di un incontro urgente con sindaco e prefetto. Ma, e mi dispiace dirlo, tutto tace”. Villa Buon Respiro, che rischia di diventare Villa all’ultimo respiro (e la battuta è atroce, ma rende l’idea), atto terzo.

Dopo le rivelazioni di Viterbopost sull’ultima, fallimentare riunione del 25 giugno tra la proprietà del San Raffaele spa e vertici sindacali regionali. Dopo la conferma che nella clinica d’eccellenza alle pendici dei Cimini la mobilità riguarderà tutti e 135 i lavoratori. Dopo le ipotesi di Vittorio Ricci (Fials) sulla “stranezza” del provvedimento e l’intenzione di dare uno sguardo ai bilanci della azienda. Dopo tutto ciò, e senza uno straccio di risposta – ma tante supposizioni – su cosa stia succedendo a Villa Buon Respiro, ecco la denuncia di Antonella Ambrosini, segretaria provinciale della Cgil sanità. Che parte da una premessa: “Tante volte abbiamo ascoltato grida di ‘Al lupo al lupo’, minacce di chiusura e di licenziamenti che poi, fortunatamente, non hanno mai avuto seguito. Ma a questo punto non eravamo mai arrivati. Qui ci sono lavoratori e pazienti che non sanno quale sarà il loro futuro. Qui ci sono dipendenti talmente esasperati, loro che comunque avevano già vissuto situazioni drammatiche come i ritardi negli stipendi, da dire cose del genere: ‘Se dobbiamo andare avanti così meglio davvero che chiudano’. Li ho ascoltati con le mie orecchie, e non è stato piacevole”. Esagerazioni? Può darsi. Ma è anche vero che lo stato di mobilità, in vigore dal 1 giugno scorso, consente alla San Raffaele di decretare, da un giorno all’altro, la chiusura della clinica viterbese. Basta un pollice verso e qualche firmetta per mandare a casa tutti i lavoratori dell’ unica realtà del gruppo toccata così radicalmente dalla strategia di ridimensionamento aziendale, indetta a causa dei soliti problemi di mancato accreditamento da parte della Regione.

E proprio perché l’irreparabile può succedere da un giorno all’altro, Ambrosini incalza le autorità: “Per squarciare il silenzio, all’indomani dell’ultima riunione che si era svolta a Roma e sollecitati persino dai vertici sindacali regionali, abbiamo chiesto l’incontro con sindaco e prefetto. I quali dovrebbero essere a conoscenza degli ultimi sviluppi della situazione. Eppure, finora nulla, tutto tace. Non è vero che le istituzioni locali possano fare poco o nulla in casi del genere, anzi personalmente mi arrabbio quando sento questi discorsi. Il sindaco, ma scherziamo? E’ la massima autorità sanitaria della provincia, qualche potere ce l’ha. Magari anche sotto forma di moral suasion. O magari ricordando al presidente Zingaretti quel famoso Patto per Viterbo sottoscritto in campagna elettorale. Ecco perché vogliamo un incontro immediato – conclude Ambrosini –, un incontro al quale, vista la gravità della crisi e le possibili ripercussioni, dovrebbero partecipare anche i rappresentanti della Asl e della stessa Regione”. Come dire: i sindacati stanno facendo tutto il possibile, ma senza la sponda di politici e amministratori la missione di salvare Villa Buon Respiro sembra davvero irrealizzabile. E alla fine si torna sempre lì: se il ridimensionamento nascondesse qualche altra manovra?

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