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Ormai Fioroni non si ferma più

Beppe Fioroni

Beppe Fioroni

Valeva la pena venire a Viterbo. E poco importa se stavolta a dirlo non sia un papa – come Giovanni Paolo II, vent’anni fa – ma un ministro. Tutto sommato, però, Dario Franceschini e il papa laico della cultura italiana, a capo del Mibac, cioé il dicastero di riferimento per un posto come questo, che ambisce ad essere “città di arte e di cultura”. Valeva la pena, per Franceschini e per i viterbesi, soprattutto perché a due mesi dalla sua visita (28 maggio) ieri ha firmato un decreto che assegna al capoluogo della Tuscia un finanziamento di 550 mila euro.
Oro colato, in tempi grami come questi. Oro colato per due gioielli di casa nostra, alle prese con problemi diversi eppure accumunati dalla stessa voglia di tornare a splendere. Prima tappa, Villa Lante: qui arriveranno 300 mila euro, da impiegare per la ristrutturazione degli interni e degli esterni, affinché l’antica residenza nobiliare possa tornare ad ospitare pezzi grossi, magari internazionali, per vertici e summit. A due passi da Roma, immersa nel verde e nella storia: roba finissima che all’epoca colpì anche il principe Charles d’Inghiltterra, uno di buon gusto. Così la speranza di mettere fine all’incredibile agonia di questo posto, con la Sovrintendenza che non riesce a garantire la presenza di personale in regime di straordinario, per le aperture festive, è destinata a diventare un ricordo triste. Anche perché il Comune era già sulla buona strada per risolvere la questione: ora, con l’aiuto del ministero, la cosa sarà ancora più facile.
Seconda tappa, al monastero delle clarisse di Santa Rosa, dove il tetto ha bisogno di interventi, ma anche dentro ci vuole olio di gomito, a partire dai meravigliosi arazzi. Qui i fondi stanziati previsti dal decreto ammontano a 250 mila euro.
E’ tutto? No, perché per l’autunno è in arrivo un protocollo tra l’amministrazione e lo stesso Mibac, sempre a tema culturale, un atto formale che potrebbe sancire il definitivo rilancio della cultura viterbese per ora in chiave nazionale, un domani chissà.
E allora viene naturale tornare a quel 28 maggio, quando Franceschini fu coccolato – in senso buono – da sindaco e giunta. Chi c’era al suo fianco? Certo, quel Beppe Fioroni che ieri per primo ha dato l’annuncio, magno cum gaudio, della firma. Ora l’ex ministro e sindaco ombra gongola, e giustamente. D’altronde, non fu proprio sotto la sua amministrazione che venne coniato lo slogan “Viterbo città d’arte e di cultura?”. Sono passati oltre vent’anni, meglio tardi che mai.

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