Punto e a capo. La vita cambia. E inevitabilmente ci si adegua. Tra perplessità, preoccupazioni, gioia, emozioni varie. Miranda Perinelli lascia Viterbo. La segretaria Cgil locale è stata chiamata a Roma. Ai piani alti. Una nuova avventura che sembra voler affrontare alla sua maniera. Determinata ma riflessiva. Tosta ma col groppo in gola.
Perinelli: cosa significa questa elezione per lei?
“Un incarico importante in un momento difficile. Una grande responsabilità”.
E per i viterbesi?
“Credo sia una buona cosa. È la prima volta che succede”.
Finalmente avremo voce in capitolo?
“Senza dubbio voglio essere utile per tutti. Mica si possono dimenticare tanti anni così”.
Conosce già il settore dove verrà ubicata?
“Non ne ho idea. Si saprà lunedì con l’assegnazione delle deleghe”.
Che città lascia?
“Un territorio in grande difficoltà”.
Si spieghi.
“Abbiamo il tasso di disoccupazione più alto del Lazio”.
E nessuno che lo argina?
“Tanti buoni propositi. Ma si fatica ad andare avanti. A progredire”.
La cera si consuma e la processione non cammina.
“Regione e Comune ci provano. Ma dalle chiacchiere occorre passare ai fatti. Pochi, considerando i dati”.
È la solita storia, insomma.
“Mille potenzialità. Mal sfruttate”.
Elenchiamole per l’ultima volta.
“Trasversale ferma. Termalismo macchinoso. Turismo che non decolla”.
La chiave per uscirne quale sarebbe?
“Il lavoro. Altra faccendaccia. Tra sottopagati e nero”.
E la Cgil? Come farà senza la Perinelli?
“Stanno in salute. Faranno benissimo”.
Chi vede bene al suo posto?
“Non partiamo con la storia dei nomi”.
Ce ne faccia un paio almeno.
“Deciderà il direttivo”.
Almeno quando ce lo dice?
“Entro luglio, sicuramente”.
Quindi le spetta un agosto capitolino?
“Già”.
Mica male.
“Ho un sacco di ferie arretrate…”.
A proposito: casetta sul Raccordo o pendolarismo?
“Farò avanti e indietro”.
In bocca al lupo.
“Lo fanno in tanti. Sarò una dei…”.
Cosa o chi le mancherà di più?
“Credo proprio il rapporto umano”.
Ascolto & dialogo.
“L’a,b,c di ogni buon sindacalista”.
Si sente di aver costruito qualcosa di importante qua?
“Qualcosa di buono si è fatto”.
Spazio libero per i ringraziamenti.
“Saluto di cuore tutti quelli che mi hanno aiutato a crescere. Spero di averlo fatto anche io, seppur in minima parte, con loro”.
E buon viaggio. In tutti i sensi.
“Si sa quando si parte, ma non si sa mai quando si arriva”.
È Roma. Ma è pure la vita.