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Le lavandaie della Tuscia sbarcano a Roma

Lavandaie alla Discoteca di Stato

Una riconoscimento di grande prestigio per la Compagnia delle lavandaie della Tuscia, che si è esibita presso l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi di Roma, nel contesto della presentazione alla stampa dell’edizione 2014 dell’Umbria Folk Festival.

Ospitato nella splendida sede di Palazzo Antici Mattei, l’Icbsa, che è subentrato alla Discoteca di Stato, ha il compito di documentare, valorizzare e conservare il patrimonio sonoro e audiovisivo nazionale, che è composto attualmente da oltre 300.000 supporti: dai cilindri di cera inventati da Edison, ai dischi, nastri, video fino agli attuali supporti digitali. Conserva anche una ricchissima collezione di strumenti storici per la riproduzione del suono: fonografi, grammofoni e altri apparecchi dalla fine dell’ottocento agli anni cinquanta. L’Icbsa ha altresì il compito di formulare standard e linee guida in materia di conservazione e gestione dei beni sonori ed audiovisivi, promuovendo, anche in collaborazione con altre istituzioni nazionali e internazionali, attività formative e approfondimenti tecnico-scientifici negli ambiti di competenza.

Nell’ambito di una collaborazione con l’Umbria Folk Festival l’Istituto ha ospitato la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2014. Un cartellone di grande prestigio quello illustrato dagli organizzatori, che comprende i principali artisti del panorama musicale folk internazionale, da Caparezza ad Asaf Avidan, da Bombino ad Hevia, Ambrogio Sparagna e Luca Barbarossa.

Un assaggio del festival è stato offerto alla stampa con l’esibizione della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia. Fondata e diretta da Simonetta Chiaretti, pensata come una vera e propria “compagnia instabile”, la Compagnia delle lavandaie della Tuscia è un gruppo costituito da un nucleo di donne che hanno conservato l’uso e l’arte di lavare i panni nelle acque del lavatoio pubblico di Bolsena e da altre (di tutta la Tuscia) che hanno aderito con entusiasmo all’idea di recuperare e valorizzare un’esperienza tradizionale di lavoro e di socializzazione tra le donne.

Nella sala conferenze e poi nell’atrio di palazzo Antici Mattei, una consistente rappresentanza del gruppo – che mette insieme donne di tre generazioni – ha dato un saggio delle sue originali “lavate-cantate”, in cui la gioia, l’orgoglio di esibire la propria maestrìa, l’improvvisazione teatrale e canora, la fantasia, lo scherzo e la partecipazione popolare esplodono coinvolgendo il pubblico.

«Quella delle lavandaie – ha detto Simonetta Chiaretti nella sua presentazione – è una vocalità femminile antica, naturale e volutamente “grezza”, con sbavature ritmiche e dal caratteristico timbro che sembra nascere da una ferita, tipico dei canti di lavoro. Conte, filastrocche, nenie, giochi mimati e cantati della tradizione orale del lago di Bolsena, rigorosamente appresi a memoria senza l’ausilio di spartiti o testi scritti, costituiscono il patrimonio di musica popolare che ho ricercato nel corso degli ultimi venti-venticinque anni e che ho messo volentieri a disposizione di queste straordinarie donne a me molto care!».

«L’unanime riconoscimento dell’attività della Compagnia delle lavandaie della Tuscia, giunto in un contesto così prestigioso e qualificato – ha detto Luciano Dottarelli, presidente del Club Uneswco Viterbo Tuscia – è motivo di vera soddisfazione per la nostra associazione, che ha sempre creduto nella forza di questo progetto e nella sua capacità di recuperare ed attualizzare un patrimonio immateriale di saperi, pratiche ed espressioni artistiche di grande significato».

La Compagnia delle lavandaie della Tuscia sarà all’ Umbria Folk Festival di Orvieto il 19 agosto per il Folk Trekking organizzato da Ambrogio Sparagna e nella cena-concerto in piazza del Popolo.

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