D’accordo che il meteo non sta aiutando molto. D’accordo che con quanto chiedono di affitto i proprietari ci si va un mese alle Hawaii. D’accordo che i servizi offerti in loco sono pressoché assenti. D’accordo questo e d’accordo quello. Resta però il fatto che, almeno durante la prima parte d’estate, facendosi un giro sul litorale, sale una depressione che manco dopo il tour guidato di Auschwitz. Colpa della crisi. Delle tasche vuote. Della disoccupazione. Ma pure i viterbesi, che fine hanno fatto? Le spiagge libere sono buchi neri. Eppure non costano nulla. I bar vuoti. Le edicole sgombre. E via dicendo. Fino a qualche anno fa invece, soprattutto nelle ore mattutine, di capocce a passeggio se ne contavano parecchie.
In realtà dietro al dramma c’e’ una spiegazione semplice semplice. Il Cotral non passa più. Quei bei pullman gonfi di canottini e pinne sono fermi. L’azienda s’è fatta quattro conti e ha notato che non gli conveniva. “E’ davvero sconcertante apprendere che le corse non sono state attivate, con grave disagio per quel pendolarismo giornaliero che si riversava su Tarquinia e Montalto di Castro”, apre così l’assessore provinciale Franco Vita.
In verità anche nel 2013 si era presentato lo stesso fenomeno. Un disservizio risistemato (in parte) solo grazie alla protesta popolare. “Siamo consapevoli delle difficoltà che l’azienda è costretta ad affrontare a causa della scarsità di risorse e la cronica carenza di autisti – aggiunge Vita – ma chiediamo ai vertici uno sforzo. Le nostre spiagge vivono principalmente proprio grazie al turismo locale. E’ legittimo che, a fronte di una riduzione dei fondi, il Cotral operi una rimodulazione, ma questa esigenza non deve avvenire sulla pelle degli utenti.”
E poi ci sta il rovescio della medaglia. Che si può leggere su due binari differenti. Da un lato, in realtà, le fermate nei paesi sono isole deserte. La mezza giornata a la playa non tira più come un tempo. Dall’altro ci sarebbe un servizio da assicurare in ogni caso. Pure per pochi e intimi. Giacché l’ente tutto tutto privato non è. E certe spese si potrebbero recuperare limando i compensi (non da poco) ai piani alti. Come poi chiedono a gran voce sia i dipendenti che i sindacati. Ma senza dubbio, a conti fatti, è molto più facile lasciare a piedi quattro vecchi con l’ombrellone.